La Regione Umbria ha attivato un’unità di monitoraggio e intervento contro i recenti casi di Lingua blu (Blue Tongue), la malattia virale non trasmissibile all’uomo che colpisce in particolare ovini, ma può interessare anche caprini e bovini. Le segnalazioni sono arrivate negli ultimi giorni dalle aree della Valnerina e dello Spoletino, sollevando l’allarme tra le comunità agricole locali.
“Ci è stata rappresentata la forte preoccupazione delle comunità e delle categorie agricole,” ha dichiarato l’assessore regionale alle Politiche agricole Simona Meloni, che sta coordinando l’azione congiunta insieme all’Assessorato alla Sanità. “Ci siamo attivati immediatamente per monitorare la situazione e garantire supporto agli allevatori”, ha aggiunto. L’unità di crisi è già operativa e lavora in stretta sinergia con i Servizi veterinari delle ASL, le associazioni di categoria e gli enti sanitari territoriali.
Secondo quanto riferito dalla Regione, al momento il focolaio è circoscritto, ma non per questo si intendono ridurre le misure di vigilanza: “Il dolore per la perdita degli animali è grande, sia sul piano personale che economico. E la malattia, soprattutto per gli ovini, comporta conseguenze anche nei mesi successivi all’infezione,” ha sottolineato Meloni.
L’Amministrazione regionale ha inoltre evidenziato che, pur in assenza di indennizzi previsti dal Ministero della Salute, l’Umbria si sta attivando per reperire risorse proprie da destinare a forme di ristoro, “almeno a copertura delle spese di smaltimento degli animali deceduti”, ha confermato l’assessore.
La risposta sanitaria, ha spiegato la Regione, prevede un’attività coordinata di sorveglianza e aggiornamento continuo, utile per orientare rapidamente ogni decisione futura. “È nostro dovere assicurare vicinanza concreta a chi lavora in prima linea nelle nostre zone rurali. Siamo in contatto costante con i Servizi veterinari e le associazioni di categoria per valutare in tempo reale l’evoluzione del quadro sanitario,” ha ribadito Meloni.
La Regione invita gli allevatori a restare in stretto contatto con i veterinari delle ASL e con le associazioni agricole di riferimento, segnalando tempestivamente qualsiasi sintomo o comportamento anomalo nei capi di bestiame.