Violenza su adolescente transgender: condannati zio e nipote

Pene ridotte rispetto alle richieste della Procura. La vittima aveva accettato un passaggio in auto ed è stata abusata in un appartamento

Sono stati condannati con rito abbreviato a sei e quattro anni di reclusione due uomini di origine albanese, zio e nipote di 70 e 35 anni, accusati di violenza sessuale su un adolescente che, pur essendo nato di sesso femminile, si identifica e si presenta come uomo. La vicenda ha avuto luogo a Perugia e risale all’estate scorsa. La vittima, che non aveva mai avuto rapporti con uomini e ha sempre manifestato attrazione per le donne, si trova attualmente nel percorso di transizione di genere. Ne riferisce Umbria24.

La sentenza

Il procedimento si è svolto presso il Tribunale di Perugia, nel palazzo di giustizia di via XIV Settembre. La Procura aveva chiesto otto anni di carcere per lo zio e sei per il nipote, ma il giudice ha deciso per pene più leggere. Questo perché le attenuanti sono state ritenute equivalenti alle aggravanti.

Le motivazioni della sentenza saranno depositate entro 90 giorni, dopodiché le legali degli imputati, Laura Filippucci e Daniela Paccoi, valuteranno se presentare appello.

I fatti contestati

I fatti risalgono all’estate dell’anno scorso, quando l’adolescente avrebbe accettato un passaggio da due uomini incontrati fuori da una discoteca. Invece di essere riaccompagnata a casa, è stata condotta in un appartamento in via Pievaiola, nella zona periferica della città.

Secondo la denuncia e le indagini, la vittima sarebbe stata abusata per circa due ore. Uno dei due imputati, il 35enne, ha sostenuto in aula che il rapporto fosse consensuale, ma questa versione è stata smentita dalla Procura, sulla base degli elementi emersi durante le indagini, compresi i riscontri testimoniali e probatori.

Aspetti rilevanti del caso

Il contesto è particolarmente delicato, in quanto riguarda una persona giovane, vulnerabile e in transizione di genere, che si trovava in una situazione di isolamento e fiducia mal riposta. L’aspetto della identità di genere della vittima è emerso nel corso del procedimento, sottolineando l’importanza di considerare il rispetto dell’identità personale nei casi di violenza sessuale.

Prossimi sviluppi

Entro i prossimi tre mesi sarà possibile analizzare nel dettaglio le motivazioni della sentenza, che potrebbero aprire la strada a un eventuale ricorso in appello da parte della difesa. Intanto, il caso continua a sollevare interrogativi e riflessioni sulle tutele legali per le persone transgender vittime di abusi.

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