Caldo e sovraffollamento innescano proteste nelle carceri di Terni e Spoleto

Il Garante dei detenuti della Regione Umbria teme un’estate di tensioni: "Problemi atavici ancora irrisolti"

Il caldo torrido degli ultimi giorni ha portato a proteste nelle carceri di Terni e Spoleto, come spiegato all’Ansa dal Garante dei detenuti della Regione Umbria, Giuseppe Caforio, che teme che questa possa essere solo l’inizio di un’estate di “fuoco” per le strutture penitenziarie della regione.

Secondo quanto informa il Sappe, Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, i detenuti,  in prevalenza nordafricani, hanno devastato un intero piano del reparto giudiziario. “La violenta rivolta è partita per motivi futili e pretestuosi, in questo caso la distribuzione del vitto, hanno dapprima devastato suppellettili, porte, infissi impianti elettrici, poi hanno scagliato bombolette di gas incendiato verso il personale di polizia penitenziaria intervenuto”, scrive il sindacato

Gli agenti hanno dovuto usare gli idranti per spegnere gli incendi delle esplosioni e per respingere i facinorosi che lanciavano addosso agli intervenuti di tutto, dalle bombolette innescate agli assi di legno. Solo dopo più fi un ora si è riusciti a riportare l’ordine. La cosa più grave è che i responsabili sono nella quasi totalità detenuti assegnati dal Prap Toscana per ordine e sicurezza, e per molti dei quali era stato chiesto, invano, il trasferimento per comportamenti violenti.

“La situazione è stata per ore molto grave”, denuncia Fabrizio Bonino, segretario per l’Umbria del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria- Sembra che i danni ai Reparti coinvolti sono stati significativi: si pensi che persino alcuni familiari di detenuti ci hanno contattato per avere notizie sulla situazione. Purtroppo, ancora una volta, il grido d’allarme lanciato dal Sappe rimane inascoltato da un’Amministrazione regionale sempre più distante e assente. Non a caso, buona parte dei gravi eventi critici violenti che accadono vedono protagonisti proprio detenuti assegnati da Firenze. Insomma, l’Umbria e le sue carceri sono diventate la discarica sociale della Toscana: e questo è inaccettabile! Per questo auspichiamo che la riapertura a Perugia del Provveditorato regionale dell’Amministrazione Penitenziaria dell’Umbria avvenga in tempi rapidi”.

Il segretario generale del Sappe Donato Capece giudica la condotta dei detenuti violenti “irresponsabile e gravissima: sono quotidiane le nostre denunce con le quali evidenziamo che le carceri in Umbria (in sono ristrette in cella quasi 1.700 persone) sono ad alta: chi aggredisce un poliziotto aggredisce lo Stato e la risposta deve allora essere ferma ed immediata, anche riaprendo carceri nelle isole come Pianosa”. Rinnova al DAP la richiesta di potenziamento degli organici della Polizia Penitenziaria dei Repa

Caforio dal canto suo,  ha sottolineato che i problemi storici delle carceri non sono mai stati affrontati in modo adeguato. Le carceri sono sovraffollate, con detenuti costretti a vivere in celle che dovrebbero ospitarne molti di meno. In particolare, a Terni si segnalano problemi con l’approvvigionamento dell’acqua, con le docce che non funzionano ai piani più alti della struttura. Il caldo estremo amplifica ulteriormente le difficoltà quotidiane.

Il Garante ha inoltre evidenziato la carenza di personale della polizia penitenziaria, un problema che si acuisce con l’arrivo delle ferie estive. Caforio ha già informato la presidente della Regione Umbria, Stefania Proietti, e l’assessore Fabio Barcaioli, i quali stanno seguendo la situazione da vicino.

Le carceri di Terni e Spoleto ospitano detenuti sottoposti al regime del carcere duro (41 bis), ma le aree riservate a questi detenuti non sono state coinvolte nelle proteste. Nonostante ciò, la situazione resta critica e Caforio teme che l’instabilità possa aumentare nei prossimi mesi.

La richiesta del Sappe invece è diversa: “espulsione dei detenuti stranieri, un terzo degli attuali presenti in Italia, per fare scontare loro, nelle loro carceri, le pene ma anche la riapertura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari dove mettere i detenuti con problemi psichiatrici, sempre più numerosi, oggi presenti nel circuito detentivo ordinario”. Inoltre chiede di dotare il personale delle carceri strumenti di tutela e garanzia non letali come i flash ball ed i bola wrap: il primo è un fucile che spara proiettili di gomma, già in dotazione alla Polizia Penitenziaria francese, mentre la seconda è un’arma di difesa che spara lacci bloccante le gambe dei riottosi, anch’essa già in uso ad alcune Polizie locali di alcune città italiane.

 

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