Marco Squarta, europarlamentare di Fratelli d’Italia nel Gruppo ECR, ha commentato con decisione l’esito del recente referendum, interpretando il risultato come una conferma della solidità del Governo e un fallimento delle istanze populiste. Secondo Squarta, quello che doveva essere un segnale di sfratto per l’esecutivo, si è trasformato nell’ennesima dimostrazione che il populismo eccessivamente urlato e privo di contenuti non ha più presa sulla popolazione.
“Il Governo resta forte, saldo e credibile“. Secondo l’europarlamentare, la discussione sul mercato del lavoro deve essere affrontata in modo più serio e strutturato, e non tramite slogan o iniziative che travisano la realtà delle leggi e dei problemi economici. Squarta ha infatti sottolineato che il mercato del lavoro di oggi è radicalmente diverso da quello di vent’anni fa, e che le imprese vanno supportate affinché possano crescere, investire e sostenere un costo del lavoro più basso. Solo in questo modo, ha sostenuto, sarà possibile aumentare i salari in modo sostenibile.
Il commento si concentra poi sul comportamento della sinistra, che, secondo Squarta, prima avrebbe creato leggi sbagliate e successivamente avrebbe incitato il popolo a cancellarle tramite il referendum, creando confusione e disorientamento. “Prima blocca il mercato del lavoro, poi chiede agli italiani di esprimersi su tecnicismi”, ha proseguito l’europarlamentare, criticando la gestione delle problematiche economiche e sociali da parte dell’opposizione.
L’europarlamentare ha anche messo in luce come la sinistra abbia utilizzato il referendum come uno strumento per generare panico, paventando “scenari apocalittici” in caso di mancato raggiungimento del quorum. “Ma gli italiani non ci sono cascati”, ha commentato con fermezza, difendendo il non voto come una scelta legittima e consapevole.
In conclusione, Squarta ha ribadito che il tentativo di fare della politica del referendum una mera operazione di propaganda è stato respinto dal popolo. Ora, ha affermato, “serve un dibattito serio in Parlamento” per affrontare in modo concreto le problematiche che coinvolgono lavoratori e imprese, suggerendo che il confronto democratico e parlamentare è la via più adatta per trovare soluzioni reali ai problemi economici e occupazionali.