Una notte come tante si è trasformata in un incubo nella zona di Fontivegge, a Perugia, dove un’aggressione violenta ha lasciato segni profondi e domande senza risposta. Erano circa le 4 del mattino quando un operatore della sicurezza da poco rientrato dalla Francia sangue sui muretti di Piazza del Bacio, un giovane riverso a terra, il silenzio rotto solo dai respiri affannosi e dai lampeggianti delle pattuglie in arrivo.
Il luogo dell’accaduto, pensato inizialmente come simbolo di riqualificazione urbana, si è rivelato ancora una volta epicentro del degrado sociale. La scena descritta è quella di un crimine efferato: un ragazzo in condizioni critiche, il volto tumefatto, abiti strappati, e una chiazza di sangue ancora viva. Nessuna certezza sulle modalità dell’aggressione, ma i segni suggeriscono l’uso di vetri rotti o forse di un’arma da taglio.
Un testimone racconta che tutto è iniziato in un locale della zona. Il giovane ferito si trovava lì con un amico, entrambi apparentemente alterati dall’alcol. Un’esplosione improvvisa di violenza – bottiglie spaccate, urla, panico – ha segnato l’inizio della tragedia. Tuttavia, i racconti si fanno subito frammentari, confusi: la seconda testimonianza, raccolta da un ragazzo del posto, si perde in contraddizioni e omissioni, mentre due giovani nordafricani presenti sul luogo offrono versioni discordanti.
Dell’amico della vittima, invece, nessuna traccia. Il ragazzo è scomparso nel nulla, alimentando il sospetto che possa essere un testimone chiave o addirittura l’aggressore. Le indagini, partite subito dopo l’intervento delle forze dell’ordine e del personale sanitario, si stanno concentrando su più fronti: lesioni gravissime, premeditazione, omissione di soccorso.
Un video, acquisito dagli inquirenti, mostra il sangue che tinge il travertino bianco e documenta senza filtri il volto violento della notte perugina. Nessuna ricostruzione romanzata, solo immagini crude, diventate prova e testimonianza.
Il quartiere Fontivegge, e in particolare Piazza del Bacio, torna così al centro della cronaca per un nuovo episodio di insicurezza urbana. La zona, già martoriata da problemi di marginalità, spaccio e abbandono, conferma la sua fragilità strutturale e sociale. La promessa di rinascita, impressa nel nome della piazza, si scontra con la realtà di una città che la notte sembra non poter più contenere.
I cittadini chiedono risposte. Aumentano le richieste di controlli sistematici, presenza continua delle forze dell’ordine e interventi strutturali per strappare Fontivegge al degrado. Ma per ora resta solo il sangue. Resta nella memoria di chi ha assistito, nelle immagini che circolano, nelle parole spezzate di chi ha raccontato. E resta, soprattutto, come simbolo tangibile della fragilità di un’intera comunità.