Turismo irregolare in Umbria: una struttura su due fuori legge

Controlli della Guardia di Finanza su ricettività e locazioni turistiche: emersi affitti in nero, lavoro irregolare e mancato rispetto delle normative di sicurezza

Un giro di vite deciso contro l’illegalità nel settore turistico umbro. La Guardia di Finanza di Perugia ha portato a termine un’importante operazione di controllo economico del territorio, mettendo sotto la lente d’ingrandimento 18 strutture ricettive in sei comuni (Assisi, Foligno, Spoleto, Todi, Gubbio e Umbertide): ben 9 sono risultate irregolari, confermando un fenomeno diffuso di abusivismo e concorrenza sleale.

L’attività ispettiva nasce anche dall’allarme lanciato da Federalberghi e AssoTurismo, preoccupate dall’aumento di attività non in regola che danneggiano chi rispetta le norme. Le violazioni riscontrate sono molteplici, con gravi implicazioni sul piano della sicurezza pubblica, della trasparenza fiscale e della tutela dei consumatori.

Tra le infrazioni più frequenti:

  • Mancata comunicazione dell’inizio attività agli enti locali,

  • Assenza della dichiarazione di locazione,

  • Omissione del Codice identificativo nazionale (Cin), previsto dalla legge 191/2023, essenziale per garantire la tracciabilità delle offerte turistiche.

Particolarmente allarmanti le violazioni in materia di pubblica sicurezza. Due gestori – uno ad Assisi, l’altro a Todi – non hanno comunicato alle autorità le generalità degli ospiti, infrangendo l’art. 109 del Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza. Entrambi sono stati segnalati alla magistratura.

Sul fronte fiscale e lavorativo, il quadro emerso è altrettanto preoccupante. In tre casi (due a Gubbio, uno a Umbertide), sono stati scoperti affitti turistici totalmente in nero, con proventi non dichiarati al fisco per oltre 90.000 euro. Inoltre, due datori di lavoro impiegavano complessivamente quattro lavoratori irregolari, violando la normativa sul lavoro subordinato. Le sanzioni possono superare i 44.000 euro complessivi.

L’operazione non si ferma qui. La Guardia di Finanza ha annunciato che i controlli proseguiranno nei prossimi mesi, su tutto il territorio provinciale, con l’obiettivo di tutelare la concorrenza leale e la legalità economica in un’area, come l’Umbria, a forte vocazione turistica.

Un dato su tutti fotografa la situazione attuale: secondo il Ministero del Turismo, solo il 78,93% delle strutture umbre registrate ha ottenuto il Codice identificativo nazionale (Cin). A livello nazionale, questa percentuale raggiunge l’87,34%, segno che l’Umbria è ancora indietro nella messa in regola del settore.

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