Nel corso del convegno “Idroelettrico, sostenibilità delle risorse e equa distribuzione”, svoltosi al Senato e promosso dal M5S con l’intervento della senatrice Sabrina Licheri e il coordinamento dell’europarlamentare Gaetano Pedullà, l’assessore all’ambiente e all’energia dell’Umbria, Thomas De Luca, ha ribadito con forza la volontà della Regione di accelerare la transizione energetica, affidandosi al potenziale degli invasi e bacini idrici presenti sul territorio.
Invasi come “batterie naturali” per l’energia e l’acqua
Nel suo intervento, De Luca ha sottolineato come gli invasi e i bacini della regione rappresentino risorse strategiche, definendoli “le nostre batterie di energia e di acqua”. La legge regionale sulle Aree Idonee, denominata #EnergiaUmbra, è stata pensata proprio in questa direzione. Nonostante un momentaneo ostacolo causato dalla sentenza del Tar del Lazio, che ha imposto al Ministero dell’Ambiente di rivedere i criteri del decreto 21 giugno 2024, l’assessore ha annunciato che la Regione Umbria non rallenterà il proprio percorso e continuerà a lavorare sulla rimodulazione del provvedimento.
Spinta su fotovoltaico galleggiante e idroelettrico da pompaggio
Il cuore della strategia regionale risiede nella multifunzionalità degli invasi, che saranno destinati non solo all’uso irriguo, idropotabile e ambientale, ma anche alla produzione e conservazione di energia rinnovabile. De Luca ha evidenziato come tali bacini saranno aree idonee per l’installazione di impianti fotovoltaici galleggianti e impianti idroelettrici da pompaggio, due tecnologie fondamentali per garantire la continuità energetica e l’efficienza del sistema regionale. In particolare, il surplus energetico prodotto da impianti solari ed eolici potrà essere utilizzato per pompare acqua verso l’alto negli invasi, creando accumulo stagionale di energia, non solo giornaliero.
Orografia umbra e recupero delle infrastrutture dismesse
Il piano energetico della Regione punta anche al recupero di invasi abbandonati e alla realizzazione di nuovi bacini, sfruttando l’orografia favorevole del territorio. Questa visione strategica mira a trasformare gli impianti idrici in hub di energia pulita, generando ricadute economiche, ambientali e infrastrutturali a lungo termine. Il sostegno economico previsto dalla legge include un articolo dedicato ai sistemi di accumulo, a testimonianza dell’importanza che rivestono nella strategia complessiva.
Il Trasimeno come simbolo della crisi climatica
Nel corso del suo intervento, De Luca ha infine posto l’accento sull’emergenza climatica, citando il caso emblematico del Lago Trasimeno, oggi in sofferenza a causa della siccità. Il bacino umbro, definito “uno degli hotspot climatici più rilevanti d’Europa”, potrebbe beneficiare di sistemi di invasi collegati per l’approvvigionamento idrico. “Non solo la Sicilia – ha detto l’assessore – soffre per la scarsità d’acqua. Anche l’Umbria dovrà affrontare con strumenti strutturati gli effetti del cambiamento climatico”.