Sanità privata Umbria, protesta dei lavoratori: “Basta differenze con il pubblico”

A Perugia presidio di Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl per chiedere rinnovo contratti e garanzie sull’uso dei fondi pubblici

I lavoratori della sanità privata dell’Umbria si sono mobilitati con un presidio sotto la Regione per denunciare condizioni di lavoro precarie e contratti fermi da anni, nonostante il continuo afflusso di risorse pubbliche destinato al settore. L’iniziativa, promossa dalle sigle sindacali Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl, fa parte di una mobilitazione nazionale che coinvolge operatori di Rsa, cliniche e centri di riabilitazione.

Denunce dal presidio: “I soldi delle convenzioni non arrivano ai lavoratori”

Dai microfoni della piazza sono emerse accuse dure: “Se a noi i soldi delle convenzioni non arrivano, significa che qualcuno li ha intascati”, hanno scandito i manifestanti. La protesta punta il dito contro la mancanza di garanzie da parte degli enti pubblici che erogano fondi, ma non pretendono che una parte di queste risorse vada effettivamente ai dipendenti. I lavoratori chiedono diritti e dignità, ricordando come si prendano cura con passione dei soggetti più fragili con professionalità equivalente a quella del pubblico, ma continuino a subire trattamenti differenti.

Un altro punto dolente riguarda le richieste di adeguamento delle tariffe avanzate dai proprietari delle strutture agli enti pubblici, che però non si traducono in miglioramenti salariali o contrattuali per i lavoratori. “Se si pretendono aumenti, perché poi non si pretende che una parte di queste risorse arrivi a noi?”, si chiedono i manifestanti.

Contratti scaduti da anni e rifiuto di trattare da parte di Aiop e Aris

La denuncia più forte riguarda i contratti collettivi della sanità privata, scaduti da oltre sei anni, mentre quelli specifici delle Rsa non vengono aggiornati da 13 anni. Nonostante mobilitazioni e presidi a livello nazionale e la disponibilità manifestata dal Governo, le associazioni di categoria Aiop e Aris rifiutano di sedersi al tavolo negoziale, chiedendo che Governo e Regioni coprano integralmente i costi dei rinnovi.

I lavoratori definiscono questa posizione “indecente” e ribadiscono: “Se ci dicono che non ci sono risorse, rispondiamo che ci sono sempre per chi è potente, ma non per chi lavora. È un problema di volontà politica.”

Le richieste sindacali: tavolo immediato, clausole sociali e trasparenza

Le tre sigle sindacali hanno presentato un documento unanime in cui chiedono:

  • Apertura immediata di un tavolo programmatico per il rinnovo contrattuale;

  • Clausole sociali vincolanti nei rapporti di accreditamento e convenzione, per garantire che gli accordi siano stretti solo con strutture che rispettano i contratti e i diritti dei lavoratori;

  • Monitoraggio puntuale e trasparente sull’utilizzo delle risorse pubbliche e sui flussi di mobilità passiva, per evitare sprechi e premiare le strutture virtuose che applicano i contratti collettivi nazionali maggiormente rappresentativi;

  • Contrastare il problema delle “applicazioni di contratti pirata” in alcune strutture umbre.

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