Catastrofi naturali, il M5s denuncia: “Bocciata la proposta per tutelare le imprese del Centro Italia”

Pavanelli (M5s): “Bocciato emendamento per esentare le imprese del Centro Italia dall’obbligo assicurativo contro catastrofi naturali. Un’ingiustizia per territori ancora in difficoltà”.

Si accende il dibattito politico attorno al decreto legge in materia di assicurazioni contro le calamità naturali. Emma Pavanelli, deputata del Movimento 5 Stelle, ha duramente criticato la decisione della maggioranza di respingere l’emendamento firmato dal M5s, volto a esentare le imprese del Centro Italia dall’obbligo di stipulare polizze catastrofali previsto dalla legge di bilancio 2024.

Con la bocciatura del nostro emendamento, si consuma l’ennesima ingiustizia ai danni delle imprese dei territori già profondamente segnati dal sisma del 2016”, ha dichiarato Pavanelli, intervenendo a margine della discussione parlamentare.

L’emendamento, presentato a prima firma della deputata umbra, proponeva l’esclusione delle imprese localizzate in Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria dall’obbligo assicurativo, una misura pensata per evitare ulteriori aggravi economici in aree ancora alle prese con una ricostruzione incompleta e promesse istituzionali non mantenute.

Il Movimento 5 Stelle aveva chiesto che l’obbligo non si applicasse a queste imprese, che ancora oggi portano sulle spalle il peso della ricostruzione mai compiuta e delle promesse disattese”, ha sottolineato Pavanelli, rimarcando l’assenza di strumenti compensativi o agevolazioni.

Nel mirino del M5s c’è l’obbligatorietà delle polizze catastrofali per le imprese, introdotta senza alcun sistema di calmieramento dei costi o incentivi economici. Un vincolo, secondo Pavanelli, che si traduce in un’ulteriore pressione economica su realtà imprenditoriali già in difficoltà.

Si tratta di una vera e propria tassa sulle imprese, un aggravio che si somma a una lunga lista di oneri burocratici e fiscali”, ha denunciato la deputata.

L’impatto sulle aziende del cosiddetto cratere sismico è, secondo Pavanelli, sproporzionato e inaccettabile. Queste realtà, spesso ancora in fase di ripresa, si troverebbero ad affrontare un nuovo obbligo che rischia di comprometterne la sopravvivenza.

La nostra proposta era semplice e di buon senso: esentare queste imprese almeno da quest’ulteriore obbligo, in nome di un principio di equità e giustizia sociale”, ha spiegato l’esponente M5s.

La deputata ha poi accusato il governo di dimostrare “distanza e indifferenza verso i territori colpiti da calamità”, ribadendo che nessuna proroga potrà legittimare “un onere tanto arbitrario quanto irragionevole”.

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