È stato firmato un nuovo protocollo organizzativo tra il Procuratore generale di Perugia e i Procuratori della Repubblica del distretto, per potenziare la lotta alla criminalità organizzata e al terrorismo, con un’attenzione particolare ai reati informatici e alla gestione dei casi che coinvolgono minorenni in contesti criminali. Questo nuovo accordo sostituisce quello precedente siglato nel 2016 e si propone di aggiornare e rafforzare gli strumenti di coordinamento investigativo alla luce delle nuove evoluzioni normative, giudiziarie e criminali.
Un modello di cooperazione evoluto
Il nuovo protocollo si distingue per l’introduzione di criteri dinamici e interpretativi che vanno oltre l’approccio rigido del documento precedente. Il principale obiettivo dell’accordo è migliorare il dialogo operativo tra le Procure del distretto, per garantire tempestività ed efficacia nelle indagini, non solo in ambito di criminalità organizzata e terrorismo, ma anche in relazione ai cosiddetti “reati spia”, che pur non essendo esplicitamente legati a fenomeni mafiosi o terroristici, rappresentano segnali premonitori di attività criminali strutturate.
L’inclusione dei reati informatici
Una delle principali innovazioni del protocollo riguarda l’inclusione dei reati informatici nella competenza distrettuale, soprattutto quando sussistano elementi concreti che collegano questi crimini ad azioni coordinate contro sistemi informatici pubblici o di pubblica utilità. Questo aggiornamento è in linea con le nuove disposizioni contenute nel decreto-legge numero 105 del 2023, che attribuisce competenze specifiche al Procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo. Il protocollo prevede che le Procure ordinarie trasmettano tempestivamente notizie di reato legate a contesti mafiosi, terroristici o cibernetici strutturati, anche quando non rientrano direttamente nelle categorie previste dalla legge.
La gestione dei reati legati ai minorenni
Un altro aspetto importante riguarda la gestione dei procedimenti penali che coinvolgono minorità inseriti in contesti mafiosi o terroristici, inclusi gruppi jihadisti, suprematisti, neonazisti e accelerazionisti. In questo ambito, il protocollo garantisce che le indagini siano compatibili con le specificità del processo penale minorile, tutelando in particolare l’anonimato dei minori. Il protocollo prevede inoltre la circolarità informativa tra le Procure, per garantire che gli atti rilevanti per l’attività investigativa vengano condivisi, sempre nel rispetto delle esigenze di riservatezza.
Strumenti di coordinamento e aggiornamenti periodici
Il nuovo accordo prevede anche l’uso della banca dati Sidda-Sidna della Direzione distrettuale antimafia, che sarà aggiornata costantemente e resa consultabile dai magistrati del distretto, garantendo una gestione centralizzata e rapida delle informazioni. Inoltre, le forze di polizia giudiziaria sono chiamate a evidenziare nei loro rapporti gli elementi utili per individuare possibili connessioni con fenomeni di criminalità organizzata, terroristica o informatica.
Il coinvolgimento di tutte le parti coinvolte
Il Procuratore distrettuale, in collaborazione con il Procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo, farà periodicamente un monitoraggio sull’attuazione del protocollo, condividendo i risultati con le altre Procure e convocando eventuali riunioni per aggiornamenti sulle evoluzioni dei fenomeni criminali. Il protocollo, una volta sottoscritto, verrà trasmesso anche al Consiglio superiore della magistratura e alla Procura generale presso la Corte di Cassazione, per garantire che tutte le forze di polizia giudiziaria siano adeguatamente informate e possano applicare le disposizioni in maniera uniforme su tutto il territorio.