“L’usura è sempre più una questione per famiglie, non solo per imprese. E tanti preferiscono, in situazioni di necessità, affidarsi a crediti oltre il confine della legalità, perchè i soldi arrivano prima e non servono garanzie. Il problema arriva il giorno dopo, quando i tassi di interesse per la restituzione crescono”.
Fausto Cardella, presidente della Fondazione Umbra prevenzione usura, parla con Tomorrow e traccia un quadro della situazione estremamente preoccupante: “Non abbiamo riscontro di una usura gestita dalla criminalità organizzata – dice Cardella – ma questo non rassicura. Perchè cambiano le modalità ma resta sempre usura. In più Terni ha la possibilità di approvvigionarsi anche su Roma, vista la vicinanza. E molti lo fanno, anche per avere maggiori possibilità di anonimato”.
I dati di SOS Impresa e Confartigianato – presentati a Terni nell’ambito del convegno di Legalità e Sicurezza per le imprese – parlano di un’usura pronta ad attaccare le realtà economiche in difficoltà ma sopratutto capace di adattarsi al contesto: “In uno stesso territorio- sottolineano – possono convivere – convivere diverse tipologie di strozzini: una usura di quartiere, di paese, accanto a soggetti “professionalizzati”, che frequentano il mondo delle aste giudiziarie, dei tribunali delle esecuzioni immobiliari (dentro questa fattispecie possiamo annoverare società di mediazione finanziaria degenerate, nonché alcuni “compro oro”), ed infine reti usuraie più direttamente malavitose, nonché da qualche anno a questa parte una significativa presenza di organizzazioni criminali che assumono modalità di tipo mafioso. Ad ogni tipologia di prestito usuraio, corrisponde non solo una particolare tipicità di vittime, ma anche modalità di prestito diverso per gli obiettivi che ognuno di questi gruppi, si propone.
Gli “usurai di vicinato” lucrano sugli interessi, sono specializzati nel “cambio assegni”, non hanno interesse a stressare la vittima perché rappresenta per loro la classica gallina dalle uova d’oro. Le “reti usuraie professionalizzate puntano invece ad impossessarsi dei beni degli estorti, non hanno interesse a rinnovare i “prestiti”, fanno maturare l’indebitamento sino a far collassare il malcapitato che si vede espropriato dei suoi averi”.
Il “passaparola” è spesso il motore col quale si arriva agli usurai: “se pure non li si conosce direttamente basta un giro di telefonate per esserne messo in contatto con un
“prestatore”.”, spiegano.
Il quadro cittadino
Il quadro di vulnerabilità è confermato da uno studio della CGIA di Mestre, che ha recentemente elaborato il grado di indebitamento delle famiglie italiane (i dati si riferiscono al 30 giugno 2024), Terni e Perugia pur collocandosi in situazioni migliori rispetto le medie nazionali evidenziano un livello di indebitamento grave, ed in parte con convergente con tanti allarmi lanciati da altre Istituzioni tra cui la Fondazione Umbria contro l’Usura.
Nel complesso la situazione umbra e ternana non si discosta dall’andamento generale del debito delle famiglie italiane rispetto salito a 22.710, in costante crescita dal 2014, e che ha fatto aumentare il debito totale delle famiglie italiane, nei confronti del sistema bancario, alla cifra record di 595,1 miliardi di euro (più 3,5%), rispetto l’anno precedente. L’indeibitamento medio delle famiglie di Perugia (dato del 2022) è di 5.877.000 di Euro, con la città al 49. posto. Quelle delle ternane è di 1.913.000 euro in crescita costante, con la città che si pone al 60 posto.
Perugia ha un rischio usura medio alto (indice 7,5) con un indice di fragilità di 7.03. Terni invece è posizionata sul livello medio basso (5,2 su una media italiana di 5,3) con un indice di fragilità eonomica di 4,73. C’è da dire, come è stato ricordato anche durante il convegno che non tutti denunciano: “Spesso prevale lo stigma- ha ricordato il presidente di Confrartigianato Mauro Franceschini -Spesso si instaura un meccanismo di vergogna sociale, subentra un fenomeno psicologico. Per questo lavoriamo affinchè ci sia consapevolezza dell’importanza di denunciare”.
Come ha ricordato anche il capitano dei Carabinieri di Terni Antonio De Rosa: “Senza una adeguata denuncia non c’è possibilità di intervento di alcun tipo. Il fenomeno è sommerso più di quello che sembra, perchè la criminalità organizzata si insinua lentamente ma in maniera decisa dove ci sono imprese in difficoltà”