25 Aprile a Perugia, Proietti e Ferdinandi: “Quel giorno scelta fra barbarie e libertà ” (FOTOGALLERY)

A Perugia la Festa della Liberazione è stata celebrata con forza civile e memoria storica. Le parole di Ferdinandi, Proietti e Zupi rilanciano l’attualità della Resistenza e i valori della Costituzione.

Oggi, 25 aprile, l’Italia si stringe attorno alla memoria di una scelta coraggiosa e irrevocabile: la lotta per la libertà contro la barbarie del nazifascismo. In tutta la Penisola si celebra la Festa della Liberazione, una ricorrenza che segna l’identità democratica del Paese e invita a rinnovare l’impegno quotidiano per i valori fondanti della Repubblica.

A Perugia, in Borgo XX Giugno, la presidente della Regione Stefania Proietti ha partecipato alle celebrazioni insieme alla sindaca Vittoria Ferdinandi, deponendo una corona al monumento in memoria dei caduti per mano fascista. Proietti ha ricordato che “il 25 aprile è prima di tutto una scelta: la scelta di chi ha deciso di resistere, di lottare per la libertà, la giustizia e la dignità umana”, sottolineando come proprio da quella decisione nasca la Costituzione italiana, pietra angolare della nostra democrazia.

“Abbiamo oggi, come istituzioni e come cittadini, il dovere morale di custodire e difendere i valori della nostra democrazia”, ha aggiunto, evidenziando il ruolo dell’Umbria, terra di Resistenza, in cui tanti giovani contribuirono con coraggio alla liberazione dal fascismo.

La sindaca Vittoria Ferdinandi, alla sua prima Festa della Liberazione da amministratrice della città, ha pronunciato un discorso vibrante, carico di significato e visione civile. “Il 25 aprile è l’inizio di un cammino che dobbiamo rinnovare ogni giorno. Il coronamento di un percorso di resistenza, non di resilienza”, ha affermato.

“Resistere significa spingere indietro con forza. Essere resilienti significa che dobbiamo adattarci, che pare voglia dire che dobbiamo accettare di aver perso ali e utopia”, ha aggiunto, sottolineando che la Resistenza non è solo un fatto storico, ma un’attitudine viva e costituente. Secondo Ferdinandi, il 25 aprile è “il coronamento di una resistenza a 20 anni di soprusi, torture, assassini, massacri, persecuzioni e alleanze scellerate” e continua a essere uno strumento di lotta contro il presente, in un tempo segnato da venti autoritari e regressivi a livello globale.

Nel suo intervento, la sindaca ha ammonito: “Nessuno di quelli che hanno l’onore di rappresentare le nostre istituzioni può permettersi di non dichiararsi antifascista, se non a costo di rinnegare la nostra storia”.

Anche Amedeo Zupi, dell’Anpi, ha preso la parola, rievocando il significato profondo della Liberazione: “Quel giorno il nostro Paese ha scelto tra barbarie e libertà”. Ha ricordato il sacrificio di centinaia di migliaia di militari internati in Germania per aver rifiutato di collaborare con il regime, tra cui suo padre.

“La democrazia e la libertà non sono conquiste definitive, bisogna riconquistarle tutti i giorni e difenderle”, ha dichiarato, ribadendo l’importanza di non dimenticare né sminuire quanto accaduto.

Zupi ha criticato chi propone celebrazioni “sobrie”, replicando ironicamente: “Questa volta sarò astemio”, ma anche profondamente, ricordando che “il Vangelo dice che dobbiamo accogliere e non far affogare la gente in mare”, con un chiaro riferimento all’attualità e ai doveri umani e civili che la nostra Carta impone.

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