Il Comune di Perugia ha presentato un rendiconto di gestione 2024 con numeri solidi, ma anche con decisioni che peseranno sulle tasche dei cittadini. Durante la commissione consiliare, è stato illustrato il primo passaggio verso l’approvazione definitiva del bilancio, prevista entro il 30 aprile. Il risultato dell’amministrazione parla chiaro: 164 milioni complessivi, con un avanzo libero di 28 milioni di euro.
“Se ci fosse un’agenzia di rating, lo valuterebbe con il massimo dei voti”, ha dichiarato l’assessora al Bilancio Alessandra Sartore, che ha illustrato la strategia adottata per rafforzare i conti dell’ente. Già sottosegretaria all’Economia nel governo Draghi, Sartore ha sottolineato che “l’opera compiuta è frutto di un metodo collaudato”, in particolare con la pulizia contabile di fondi vincolati per opere mai formalmente concluse, risalenti anche a dieci anni fa.
Non sono mancate le tensioni politiche: l’ex sindaco Andrea Romizi ha rivendicato pubblicamente il merito dell’avanzo, considerandolo il frutto dei dieci anni della sua amministrazione. Uno scontro a distanza che alimenta il confronto in vista delle prossime scadenze amministrative.
Una parte dell’avanzo sarà destinata a misure sociali, in particolare per allargare la platea delle famiglie esentate dal pagamento della Tari. L’anno scorso solo la metà delle 2.500 richieste ricevute erano state accolte. Tuttavia, proprio sulla tassa rifiuti è arrivata la notizia più controversa: nel 2025 la Tari aumenterà del 6,49% per le utenze domestiche e del 6% per quelle non domestiche, raggiungendo un gettito previsto di 56 milioni di euro.
Secondo Sartore, gli aumenti “sono imposti dalle direttive delle autorità nazionali e regionali”, sulle quali il Comune non avrebbe margine di manovra. Un’affermazione che non ha placato il malcontento di cittadini e opposizione, che vedono nelle nuove tariffe un ulteriore aggravio in una fase di difficoltà economica generalizzata.]]