Quattro giorni prima di uccidere la moglie, Nicola Gianluca Romita, 47 anni, aveva parlato con il figlio maggiore di un viaggio in Israele e di soldi nascosti nella casa di Senigallia. È uno degli elementi chiave su cui la Procura di Spoleto starebbe lavorando per delineare meglio i contorni del delitto di Laura Papadia, 36 anni, strangolata in casa e della quale ieri sono state celebrate le esequie nella sua natià Palermo. Tutti elementi, quelli raccolti dagli inquirenti che rafforzano la pista della premeditazione, aggravante che potrebbe essere presto formalmente contestata. Ne riferisce Umbria24.
Romita, al momento detenuto con l’accusa di omicidio aggravato, aveva manifestato al figlio l’intenzione di lasciare l’Italia, raccontandogli che stava valutando di partire per Israele, paese in cui era già stato e dove aveva tentato, senza riuscirci, di tornare almeno in due occasioni. Aveva acquistato i biglietti aerei, ma i voli erano stati cancellati. Durante quella telefonata del 22 marzo, ha anche indicato al figlio il luogo preciso dove trovare parte dei suoi risparmi, nascosti dietro due prese elettriche nella casa di Marzocca di Senigallia. Per maggiore chiarezza, aveva persino inviato delle foto del nascondiglio, dando istruzioni su come recuperare il denaro, da dividere con l’altro figlio nel caso gli fosse accaduto qualcosa.
Questi segnali concreti di una possibile fuga all’estero, insieme ad altri comportamenti sospetti, stanno alimentando i sospetti degli inquirenti. Tra questi, anche la richiesta di 30 giorni di ferie avanzata da Romita una settimana prima del delitto, poi inspiegabilmente ritirata. Un gesto che potrebbe inserirsi in un quadro più ampio, legato alla pianificazione dell’omicidio.
Nel frattempo, il capo d’imputazione a carico del 47enne – difeso dall’avvocato Luca Maori – rimane pesante: è accusato di aver strangolato a mani nude la moglie, forse anche con l’aiuto di una mantellina appartenente a Laura, oggetto che è stato sequestrato all’interno dell’abitazione dove si è consumato il delitto.
L’omicidio ha avuto un forte impatto emotivo sulla comunità, con una fiaccolata organizzata a Spoleto, in piazza del Comune, per ricordare Laura e tutte le vittime recenti di femminicidio. Il suo nome si aggiunge tristemente a quelli di Eliza e Ilaria, altre due donne uccise nel giro di soli tre mesi, segnando un drammatico fil rouge di violenze sulle donne che scuote l’Umbria e l’Italia intera.