Manovra Regione, Confartigianato: “Meno tasse e più riforme: solo così si aiutano Pmi”

Confartigianato Umbria critica la manovra fiscale regionale: “Apprezzabile il dialogo, ma le PMI subiranno gravi danni”. Focus su IRAP, classe media e consumi.

La recente manovra fiscale deliberata dal Consiglio Regionale dell’Umbria continua a sollevare critiche e preoccupazioni, nonostante le modifiche apportate in seguito al confronto con le parti sociali. Secondo Confartigianato Imprese Umbria, infatti, l’apertura dimostrata dalla Presidente Proietti, che ha accolto “modifiche significative rispetto alla prima bozza del provvedimento – inizialmente ancora più penalizzante”, è “apprezzabile e apprezzata”, ma non basta a ribaltare un giudizio complessivamente negativo.

“Scelte sbilanciate verso l’aumento del gettito”

L’organizzazione degli artigiani prende atto delle motivazioni dell’Amministrazione regionale, che ha ritenuto “inevitabile, sulla base di proprie valutazioni, aumentare le entrate dell’Ente regionale”. Tuttavia, viene criticata la natura della manovra, giudicata “eccessivamente semplificata” e orientata quasi esclusivamente a generare introiti. “Le politiche fiscali non possono esaurirsi negli obiettivi di gettito”, si legge nella nota, che sottolinea come sia invece “prioritario valutarne l’impatto sul tessuto produttivo e sull’economia regionale”.

Gli effetti su consumi, occupazione e PMI umbre

Secondo Confartigianato, manca un’analisi approfondita delle ricadute economiche della manovra. “Un maggiore approfondimento sulle ricadute sia in termini di consumi che di occupazione, avrebbe consigliato prudenza”, avverte l’associazione, evidenziando come le piccole e medie imprese umbre siano esposte a pressioni economiche multiple.

Il primo nodo critico è l’effetto sui consumi, a causa dell’incremento della pressione fiscale sulla classe media. “È la classe media che presenta un ventaglio differenziato di consumi, che costituisce la base effettiva degli incassi delle PMI umbre”, si legge. In particolare, l’associazione denuncia che i redditi sopra i 28.000 euro subiranno un forte aggravio fiscale, senza beneficiare delle nuove aliquote agevolate. “Il passaggio al terzo scaglione genera un impatto grave non bilanciato dalla limitata detrazione di soli 150 euro”, con effetti distorsivi e dubbi sulla legittimità del sistema. “La progressività delle imposte deve crescere in modo graduale, non a salti”, incalza la nota.

Allarme IRAP: “Rischio fuga delle attività produttive”

Il secondo fronte di preoccupazione riguarda l’aumento dell’IRAP, imposta che “grava sul lavoro e favorisce licenziamenti e processi di delocalizzazione”. Confartigianato mette in guardia sui rischi di fuga delle attività produttive verso altre regioni più competitive. Mentre in Umbria si alza il costo del lavoro, infatti, la Regione Lazio avvia programmi di incentivazione all’assunzione, e l’Abruzzo beneficia della “Decontribuzione Sud”, rendendo il confronto regionale sempre più svantaggioso per le imprese umbre.

Un appello alle riforme e a un fisco più equo

In conclusione, Confartigianato Umbria lancia un appello alle istituzioni per un approccio fiscale più equilibrato, chiedendo contestualmente “che le riforme per l’efficientamento della spesa regionale, a partire dalla sanità, siano varate nel più breve tempo possibile”. L’obiettivo è evitare che gli effetti negativi della manovra si manifestino in modo irreversibile e danneggino ulteriormente un tessuto economico già provato.

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