Sedici chili e cento grammi di cocaina purissima, nascosti tra le mura domestiche, per un valore sul mercato illecito stimato fino a un milione e mezzo di euro. È questa la scoperta fatta lo scorso novembre dalla Guardia di Finanza di Perugia, che ha portato all’arresto e alla condanna di un 29enne albanese, residente da anni in Italia e incensurato.
Ieri è arrivata la sentenza, emessa dal giudice per l’udienza preliminare Simona Di Maria, che ha inflitto cinque anni di reclusione, con rito abbreviato, a fronte di una richiesta iniziale di sei anni. L’imputato era difeso dall’avvocato Daniela Paccoi. Ne riferisce Umbria24.
Scoperto grazie a un controllo su strada
Il giovane è stato fermato in un parcheggio nei pressi del lago Trasimeno, durante un normale controllo stradale. Grazie all’intervento di un cane antidroga, le Fiamme Gialle hanno notato un doppio fondo sospetto nel vano airbag dell’auto.
Da lì è scattata la perquisizione domiciliare: nell’armadio della sua camera da letto, gli agenti hanno trovato numerosi panetti confezionati sottovuoto, contenenti cocaina allo stato puro.
Un vero e proprio hub dello spaccio
Secondo gli investigatori, l’abitazione del 29enne fungeva da punto di stoccaggio e smistamento per le sostanze stupefacenti, destinate alle piazze di spaccio del Centro Italia. Il quantitativo sequestrato è tra i più rilevanti mai rinvenuti in Umbria, a conferma del ruolo strategico del luogo all’interno di una rete più ampia.
Le indagini non si fermano: sono in corso approfondimenti per identificare eventuali complici e mappare l’intera filiera del traffico di droga connessa al caso.
Profilo insospettabile
Il profilo dell’arrestato ha sorpreso gli inquirenti: nessun precedente penale, un lavoro regolare come artigiano edile e una vita apparentemente normale. Una copertura perfetta per chi, secondo gli inquirenti, era coinvolto in un traffico organizzato e di alto livello, capace di movimentare ingenti quantità di droga senza destare sospetti.