Da Città di Castello alla vetta dell’Everest: la festa anticipata per i 30 anni di matrimonio

Mara e Massimiliano, coppia di Città di Castello, raggiungono il campo base dell’Everest e dedicano l’impresa al nipote Elia, esempio di forza e speranza

Un sogno, una vetta e una dedica speciale. Dalla quiete di un negozio di calzature nel cuore di Città di Castello fino ai 5.364 metri del campo base dell’Everest, Mara Luchetti (54 anni) e Massimiliano Bocciolesi (56 anni) hanno realizzato un’impresa dal profondo significato umano, coronando 29 anni di matrimonio con una spedizione che intreccia amore per la montagna, passione per la vita e solidarietà verso chi affronta sfide ben più grandi.

Un viaggio anticipato per scelta di cuore

Avremmo voluto farlo nel 2026, per i 30 anni di matrimonio – raccontano – ma un piccolo problema di salute di Massimiliano ci ha spinti ad anticipare. È stato un segnale per non rimandare più i sogni”. Così, dopo sei mesi di preparazione, si sono affidati a un’agenzia specializzata e sono partiti per il Nepal, dove hanno intrapreso il leggendario trekking verso l’Everest Base Camp.

Dodici giorni, 130 km e paesaggi da togliere il fiato

Da Lukla, uno degli aeroporti più rischiosi al mondo, il cammino ha avuto inizio. Con la guida locale Lal, Mara e Massimiliano hanno affrontato 12 giorni a piedi per un totale di circa 130 chilometri tra andata e ritorno. “L’adrenalina del volo a Lukla è stata solo l’inizio – spiegano –. I veri brividi sono arrivati durante il trekking, camminando tra cime di 7 e 8 mila metri”. Fondamentali, nel percorso, sono stati i due giorni di acclimatamento a Namche Bazar (3.600 m) e Dingboche (4.400 m), che hanno permesso di evitare il mal di montagna senza l’uso di medicinali.

Una dedica speciale: “Il nostro pensiero a Elia”

Al traguardo, l’incontro con una signora in sedia a rotelle ha segnato profondamente i due viaggiatori: “Era arrivata al campo base grazie agli Sherpa, e ci ha fatto subito pensare al nostro amato nipote Elia – raccontano emozionati –. Ha 13 anni, un sorriso contagioso e una grande passione per lo sport, ma convive con una rara forma di distrofia muscolare”.

A lui è dedicata questa avventura, come simbolo di quanto, con supporto e determinazione, nulla sia davvero irraggiungibile. “Anche i sogni più estremi, se condivisi, diventano possibili. Ci piacerebbe che in futuro anche persone con disabilità, magari grazie a speciali carrozzelle da trekking (joëlette), possano vivere esperienze simili”.

L’incontro con una leggenda: Nirmal Purja

Il viaggio si è concluso a Katmandu, con una sorpresa inaspettata: l’incontro con Nirmal Purja, celebre alpinista nepalese noto per il docufilm Netflix “14 vette: scalate al limite del possibile”. “Un momento incredibile, abbiamo avuto l’onore di salutarlo. La sua impresa e la sua umiltà ci hanno colpito profondamente”.

Il Nepal nel cuore, tra bellezza e semplicità

Quello che porteremo con noi non è solo la fatica e la bellezza delle montagne, ma soprattutto lo spirito del popolo nepalese: gente semplice, che vive in condizioni difficili ma che non perde mai il sorriso”. Un esempio di umanità e gratitudine che i due alpinisti per passione vogliono condividere con la propria comunità, anche attraverso foto e video pubblicati sul loro profilo Instagram, diventati diario di un’avventura straordinaria.

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