Azione lancia un appello alla giunta regionale dell’Umbria affinché riveda la strategia di risanamento del deficit sanitario, esprimendo dubbi su un piano che prevede un inasprimento fiscale a carico della popolazione. A parlare sono i segretari provinciali Mirko Ceci e Michele Pennoni, che mettono in guardia dagli effetti negativi di una manovra giudicata penalizzante soprattutto per la classe media.
Le critiche alla manovra e l’invito al dialogo
«Azione è stata tra le primissime voci ad esprimere, in modo franco, leale, onesto e costruttivo, perplessità sulle ipotesi di manovra regionale», affermano Ceci e Pennoni, sottolineando come la popolazione umbra sia già duramente provata da difficoltà economiche pregresse.
L’intervento arriva dopo giorni di confronto politico acceso e segnati da un dibattito serrato sulle modalità con cui affrontare il disavanzo sanitario lasciato dalle precedenti amministrazioni. «Dopo giorni intensi di estenuante dibattito – dicono ancora da Azione – esprimiamo preoccupazione ed un invito ad un ripensamento rispetto alla adozione di misure che contengono inasprimento fiscale motivato dal deficit sanitario».
Fiducia nella Presidente Proietti, ma con riserve
I rappresentanti di Azione riconoscono l’impegno dell’attuale guida regionale. «Concordiamo con lo sforzo della Presidente Proietti di restituire ai cittadini umbri i servizi di alto livello e di elevata efficienza», si legge nella nota. Tuttavia, si sottolinea che le scelte per far fronte ai debiti sanitari non devono compromettere ulteriormente la stabilità economica delle famiglie e delle imprese umbre.
«Riconosciamo alla Presidente il coraggio di portare avanti una riforma complessa e siamo al suo fianco contro le ingiustificabili e intollerabili campagne di odio», precisano, riferendosi alle critiche e alle polemiche che hanno investito la governatrice.
L’allarme sul peso fiscale e il rischio recessione
Il nodo centrale della critica riguarda le conseguenze sociali delle misure previste, giudicate sproporzionate e pericolose per la tenuta del tessuto economico. «L’utilizzo di misure così dure rischia concretamente di fiaccare in modo pesantissimo la classe media umbra, composta da persone che con impegno e fatica lavorano quotidianamente in un contesto complicato», osservano Ceci e Pennoni.
La posizione di Azione si fa ancora più netta: «L’equazione tasse uguale risanamento è una ricetta storica che appartiene ad alcune forze politiche oggi in giunta. Noi riteniamo fermamente che queste misure andrebbero a gravare su una fascia media di popolazione già tartassata». Si denuncia anche un quadro economico esterno in peggioramento, con la prospettiva di una recessione aggravata da inflazione crescente e da un reddito da lavoro tradizionalmente basso in Umbria.
L’appello finale alla giunta
Nella parte conclusiva della loro dichiarazione, i segretari provinciali chiedono un confronto più ampio con la società civile. «Chiediamo con forza alla giunta regionale di riconsiderare questa strategia, ascoltare la voce dei cittadini umbri, della classe media e dei sindacati stessi», dichiarano, invitando a valutare soluzioni alternative prima di procedere con nuovi oneri fiscali.