Animi accesi in Aula, la manovra finanziaria infiamma il dibattito politico

La presidente Bistocchi nel mirino del centrodestra: respinte le richieste di sospensione della seduta sull'esame della manovra regionale

Tensione altissima nell’Assemblea legislativa dell’Umbria, dove il confronto tra maggioranza e opposizione si è trasformato in un acceso scontro istituzionale. Al centro della polemica, la mozione di sfiducia presentata dalla minoranza di centrodestra nei confronti della presidente dell’aula Sarah Bistocchi, esponente del Partito Democratico. La capogruppo di Fratelli d’Italia, Eleonora Pace, ha lanciato dure accuse nei confronti della presidente, definendola “l’unica responsabile” di quello che ha descritto come uno dei momenti più critici nella storia recente della Regione.

Ci accingiamo a scrivere una delle pagine più brutte della storia della Regione Umbria, ha dichiarato Pace in aula, riferendosi alla manovra economica regionale in esame, definita “lacrime e sangue“. Secondo l’opposizione, il provvedimento non solo è stato contestato da forze politiche, sindacati e associazioni di categoria, ma ha anche generato forti proteste tra i cittadini umbri, presenti in presidio all’esterno del palazzo del consiglio regionale.

Pace ha accusato la presidente Bistocchi di aver ignorato la mozione di sfiducia presentata formalmente, ritardando la valutazione della sua ammissibilità, e di essersi piegata alle indicazioni della presidente della Giunta, Stefania Proietti, e del vicepresidente Tommaso Bori, entrambi citati come influenze determinanti nelle sue scelte. Per questo, ha chiesto la sospensione immediata della seduta e la convocazione urgente della conferenza dei capigruppo, invocando il rispetto dei diritti dell’opposizione.

Se ci sarà negato, l’unica cosa che le resta da fare è dimettersi seduta stante,” ha tuonato la capogruppo di FdI, sostenendo che Bistocchi non sarebbe più degna del ruolo istituzionale che ricopre. Tuttavia, la richiesta di sospensione è stata respinta dall’aula, con i voti contrari della maggioranza e quelli favorevoli solo della minoranza.

La scena si è ripetuta poco dopo, quando Pace ha avanzato una nuova richiesta di sospensione per permettere un confronto con cittadini e amministratori locali, anch’essa respinta con lo stesso esito. L’assemblea ha dunque proseguito l’esame della manovra.

L’Assemblea legislativa dell’Umbria è poi

Incarico a Kpmg, scontro in aula sulla trasparenza dei conti della sanità umbra

stata teatro di un acceso confronto politico, questa volta sul discusso affidamento a Kpmg dell’analisi economica della sanità regionale. A sollevare il caso è stato il consigliere Matteo Giambartolomei (Fratelli d’Italia), che ha presentato una interrogazione a risposta immediata incentrata sui contenuti della Delibera di Giunta Regionale 151/2025 e sulle modalità di incarico alla società di consulenza privata.

Giambartolomei ha contestato duramente l’operazione, chiedendo chiarimenti su motivazioni, costi, modalità di accesso ai dati e tempistiche. In particolare, ha messo in discussione la necessità di rivolgersi a una società esterna per svolgere un lavoro già attribuito — per legge — ai revisori contabili delle aziende sanitarie, agli uffici regionali, al Ministero dell’Economia e alla Corte dei Conti. Inoltre, ha evidenziato che Agenas, l’agenzia nazionale per i servizi sanitari, sarebbe potuta intervenire a costi inferiori, pur senza operare a titolo gratuito.

“La presenza di Kpmg prima del 25 marzo era legata a un incarico nazionale sul Pnrr, non alla sanità regionale”, ha ricordato Giambartolomei, che ha anche sollevato dubbi circa la legittimità dell’atto di affidamento. Il consigliere ha posto l’accento su una sequenza temporale anomala, facendo notare che già il 21 marzo, quattro giorni prima della formale assegnazione dell’incarico, una relazione della Giunta parlava di un deficit strutturale di 90 milioni, come se fosse già stato avviato il lavoro da parte di Kpmg.

A rispondere in aula è stato l’assessore Tommaso Bori, che ha difeso la scelta della Giunta parlando della necessità di un supporto tecnico esterno in grado di operare con rapidità e precisione. Il compito di Kpmg, ha spiegato, è quello di individuare inefficienze e criticità nel sistema sanitario, con un approccio complementare — e non alternativo — a quello degli organi istituzionali già incaricati di vigilanza. Bori ha chiarito che i documenti raccolti e analizzati provengono anche da fonti pubbliche disponibili online e che Kpmg, pur in attesa della formalizzazione del contratto, si sarebbe attivata senza costi aggiuntivi per svolgere attività conoscitive preliminari. Il report finale è atteso entro il 30 aprile 2025.

Ma le spiegazioni non hanno convinto il consigliere di Fratelli d’Italia, che ha definito la mancanza di trasparenza il nodo centrale della questione. “Non ci sono state risposte puntuali”, ha ribadito Giambartolomei, lamentando il mancato accesso a documenti fondamentali per l’esercizio della funzione di controllo dei consiglieri. Secondo il rappresentante dell’opposizione, alle richieste di accesso agli atti è stato risposto genericamente facendo riferimento a quanto già esposto in Commissione, senza fornire la documentazione dettagliata richiesta. “È inaccettabile che documenti pagati con soldi pubblici non siano messi a disposizione degli eletti”, ha concluso.

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