Sono state numerose le imprese umbre che, il 3 aprile 2025, hanno preso parte all’evento di presentazione del progetto per la creazione di una comunità energetica rinnovabile (Cer) di livello regionale, promosso congiuntamente da Cna, Confcommercio e Confcooperative. L’obiettivo della proposta è quello di realizzare un sistema energetico più sostenibile, economicamente vantaggioso e capace di garantire una maggiore indipendenza a chi deciderà di aderire.
Il cuore del progetto è rappresentato dalla possibilità di costruire una Cer su scala regionale, con il duplice vantaggio di sfruttare incentivi economici rilevanti e abbattere i costi di gestione, ritenuti il principale ostacolo per la costituzione di comunità energetiche più contenute. Questa scelta strategica mira a consolidare un modello condiviso ed efficiente, in grado di generare risparmi significativi sia per i produttori di energia sia per i consumatori.
Un modello inclusivo e decentralizzato
La partecipazione alla comunità energetica sarà aperta non solo alle imprese, ma anche ai cittadini, agli enti locali, a quelli religiosi e ai soggetti del terzo settore. Il progetto prevede un’articolazione in configurazioni locali, legate alle cabine primarie dell’infrastruttura elettrica regionale. Queste configurazioni avranno il compito di coordinare i rapporti tra i diversi attori coinvolti: produttori, prosumer (produttori-consumatori) e consumatori finali.
In questa prima fase, le associazioni promotrici prevedono la realizzazione di almeno dieci impianti da 1 megawatt ciascuno, corrispondenti ad altrettante configurazioni locali. Tuttavia, le prospettive di sviluppo sono ampie: nel corso del 2024 sono stati redatti 15 studi di fattibilità per Cer locali, sostenuti dalla Camera di Commercio dell’Umbria, che ha già manifestato l’intenzione di lanciare un nuovo bando per supportare la fase iniziale delle comunità gestite dalle imprese, soprattutto in contesti complessi.
Incentivi e opportunità dalla normativa nazionale
Il quadro normativo nazionale si è recentemente aggiornato per favorire la transizione verso un modello di produzione energetica di prossimità, avvicinando la generazione al consumo. All’interno di questo contesto, le Cer potranno accedere a fondi del Pnrr, con contributi a fondo perduto fino al 40% per impianti nei Comuni sotto i 5mila abitanti. A ciò si aggiunge una tariffa incentivante ventennale per l’energia condivisa, accessibile anche nei centri urbani più grandi.
Il progetto regionale si presenta quindi come un’occasione concreta per sviluppare nuove forme di welfare aziendale, generare valore sociale e aumentare l’attrattività dell’Umbria, soprattutto nelle aree più sviluppate. L’attenzione è posta anche sulla governance del sistema, che prevederà regole condivise e una gestione autonoma degli incentivi a livello locale, per assicurare sinergie efficaci tra i partecipanti.
Una sfida complessa ma strategica
La complessità del progetto è ampiamente riconosciuta dalle associazioni promotrici, che hanno scelto consapevolmente di puntare su una dimensione regionale per ottenere economie di scala decisive. L’obiettivo è evitare il rischio di fallimento che spesso accompagna le iniziative più piccole, e allo stesso tempo garantire stabilità economica e sostenibilità ambientale nel lungo periodo