Dazi Usa sull’agroalimentare, nel perugino a rischio 71 milioni di export

Dazi Usa: l’Umbria esporta verso gli Stati Uniti agroalimentare per oltre 85 milioni. Olio e vino tra i prodotti più esposti. Preoccupazioni di Cia e Coldiretti

Olio

L’imposizione di dazi da parte degli Stati Uniti potrebbe compromettere l’intero comparto agroalimentare italiano, con ripercussioni significative anche su scala locale. A lanciare l’allarme è un report dell’Ufficio studi di Cia-Agricoltori Italiani, secondo il quale una provincia italiana su cinque sarebbe a rischio a causa della forte esposizione commerciale verso il mercato americano.

L’Umbria, in particolare, registra un valore di esportazioni agroalimentari verso gli Usa pari a 85.469.716 euro, equivalente a circa l’8% del totale export regionale, che nel 2024 si attesta su 1.094.191.912 euro.

Perugia e Terni, impatto differenziato ma rilevante

A livello provinciale, le differenze sono marcate: nella provincia di Perugia, il 7% dell’export agroalimentare è diretto verso gli Stati Uniti, per un totale di 70.779.611 euro, mentre a Terni la quota sale al 13%, pur con un volume inferiore, pari a 14.690.105 euro. Nonostante la minore incidenza in termini assoluti, Terni mostra una maggiore dipendenza relativa dal mercato statunitense, fattore che la rende più vulnerabile a eventuali misure restrittive.

L’Umbria pesa per l’1% sul totale italiano

Nel quadro nazionale, le esportazioni umbre verso gli Usa rappresentano l’1% dell’export agroalimentare italiano. Una quota apparentemente marginale, ma che diventa rilevante se si considera la specializzazione della regione in alcuni comparti chiave, come olio extravergine e vino, che rientrano tra i prodotti più colpiti dalle black list americane.

Secondo un’analisi Coldiretti basata su dati Istat 2018, tra i prodotti finiti nel mirino dei dazi ci sono formaggi, vino, olio di oliva, agrumi, marmellate, succhi di frutta, acqua e superalcolici, con un valore complessivo delle esportazioni italiane colpite pari a 4,2 miliardi di euro nel 2018, segnando un record con una crescita del 2%.

Effetti domino sul mercato e la concorrenza sleale

L’introduzione di dazi comporterebbe un aumento dei prezzi dei prodotti italiani sul mercato americano, rendendoli meno competitivi rispetto a imitazioni locali o provenienti da Paesi non soggetti alle stesse restrizioni. Circa la metà dei prodotti agroalimentari Made in Italy destinati agli Stati Uniti rientrerebbero nelle misure annunciate dalla presidenza Trump in risposta agli aiuti europei all’industria Airbus.

Lo scenario è aggravato anche dalla Brexit, che potrebbe innescare ulteriori barriere commerciali con il Regno Unito, aumentando le difficoltà logistiche e favorendo l’ingresso di prodotti extra-UE.

Il rischio, secondo Coldiretti, è un effetto valanga su tutto il sistema agroalimentare, con ripercussioni potenzialmente drammatiche su economia, occupazione e relazioni internazionali. In questo contesto, l’Umbria, pur con numeri relativamente contenuti, risulta strategica per la qualità e l’identità delle sue produzioni, e dunque particolarmente esposta in caso di crisi.

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