La recente decisione degli Stati Uniti di imporre nuovi dazi sulle importazioni europee colpisce duramente settori strategici per l’Italia come l’agroalimentare, l’automotive e la moda. Una misura che, secondo l’europarlamentare Marco Squarta del gruppo ECR, rischia di danneggiare sia le imprese esportatrici che i consumatori, generando un impatto negativo su entrambe le sponde dell’Atlantico.
No a ritorsioni: l’Europa risponda con lucidità
Squarta sottolinea che non è il momento di cedere alla logica dello scontro. Le guerre commerciali, afferma, “producono solo perdite reciproche”. In linea con quanto dichiarato dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, l’eurodeputato invita a considerare l’accaduto non come una catastrofe, ma come una sfida che richiede pragmatismo, fermezza e responsabilità politica.
Green Deal sotto osservazione: “Serve una riflessione”
Particolare attenzione viene posta all’impatto che alcune politiche europee stanno avendo sull’economia reale. Squarta invoca una sospensione delle misure più penalizzanti del Green Deal, sottolineando come settori fondamentali come agricoltura, industria automobilistica e comparto energivoro siano messi in difficoltà da una transizione ecologica che rischia di risultare squilibrata. Serve, afferma, “una riflessione seria sul rapporto tra sostenibilità e competitività”.
Rivedere il Patto di stabilità per rilanciare crescita e investimenti
Un altro nodo cruciale, secondo Squarta, riguarda il Patto di stabilità, ormai superato dal contesto storico ed economico attuale. L’europarlamentare propone strumenti di bilancio più flessibili, che consentano agli Stati membri di promuovere investimenti pubblici strategici, sostenere la crescita economica e tutelare il mercato del lavoro. Solo così l’Europa potrà restare competitiva e protagonista sullo scenario globale.
L’appello finale: visione industriale e responsabilità
Per Squarta, non servono risposte simboliche o misure emotive. È il momento del coraggio politico, della lungimiranza e della capacità di leggere i cambiamenti globali senza rinunciare ai valori fondanti dell’Unione. L’Italia, conclude, è pronta a fare la sua parte, offrendo il proprio contributo per un’Europa capace di rispondere alle sfide globali senza chiudersi né arretrare.