Irpef e sanità, Bori: “Scelte difficili per evitare il commissariamento, ma ci si può confrontare”

Il vicepresidente della Giunta umbra difende l’aumento dell’Irpef: “Intervento necessario per salvare la sanità regionale”

Un intervento duro ma necessario: così il vicepresidente della Regione Umbria Tommaso Bori, con delega al bilancio, ha definito la manovra che prevede l’aumento dell’Irpef, al centro del dibattito politico regionale. In un’intervista al Messaggero, Bori ha chiarito che la misura è stata scelta per evitare il commissariamento della sanità, ipotesi che avrebbe avuto conseguenze economiche e sociali pesanti per l’intera comunità.

“Ci si può confrontare”, ha detto Bori, aprendo al dialogo con sindacati, enti locali e parti sociali. Ma la premessa è chiara: “Abbiamo trovato conti sanitari in condizioni drammatiche”, ha affermato, attribuendo le responsabilità alla precedente amministrazione. “Siamo qui da 90 giorni e abbiamo deciso di assumerci l’onere di rimettere in ordine i conti con l’etica della responsabilità e non del calcolo politico”.

Il vicepresidente ha spiegato che un eventuale commissariamento da parte del Governo avrebbe imposto una manovra da 120 milioni di euro, con l’applicazione delle aliquote Irpef al massimo livello per tutte le fasce di reddito. “In quel caso – ha sottolineato – 30 milioni sarebbero stati sottratti al ceto medio e 10 milioni ai redditi sotto i 15mila euro, che invece nella nostra proposta restano esclusi dagli aumenti”.

Per evitare questa deriva, la Giunta ha lavorato “giorno e notte, in emergenza”, presentandosi al Ministero dell’Economia con una strategia definita, basata su una manovra da 90 milioni. Il percorso normativo ora prevede una fase di confronto, prima dell’approvazione definitiva da parte dell’Assemblea legislativa.

Bori ha poi precisato che non si tratterà solo di aumentare le tasse: tra le misure previste figurano una revisione della spesa pubblica, la riorganizzazione dell’apparato regionale e una lotta agli sprechi, con l’obiettivo di recuperare risorse da destinare agli investimenti e ai servizi essenziali. Particolare attenzione sarà rivolta al cofinanziamento dei fondi europei per lo sviluppo, al welfare, ai trasporti e alle politiche attive del lavoro.

Anche la politica dovrà fare la sua parte, ha aggiunto Bori. “Ho chiesto alla presidenza del Consiglio di contribuire alla riduzione della spesa. Già nella scorsa legislatura avevo presentato una proposta in tal senso, mai discussa. Ora credo sia arrivato il momento di agire concretamente, anche se simbolicamente, per dare un segnale chiaro”.

L’obiettivo dichiarato è evitare il default del sistema sanitario umbro e al contempo garantire equità fiscale, proteggendo i redditi più bassi. La Regione intende ora avviare un confronto aperto e trasparente con tutti gli attori del territorio, prima che la manovra entri nella fase decisiva del voto.

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