Ancora scontro sulla sanità, Coletto “scarica” Tesei ma le opposizioni chiedono accesso agli atti

Parlando a La Nazione, l'ex assessore di fatto conferma la gestione negativa con la mancata approvazione del piano sanitario. Simonetti (M5S) affonda la lama ma Tesei e Melasecche chiedono conto sull'advisor esterno

La sanità umbra è al centro di un vivace dibattito politico, con accuse e difese che si susseguono. Luca Coletto, ex assessore leghista alla Sanità della Giunta Tesei, ha parlato per la prima volta dopo la fine del suo mandato, affermando che “se il Piano regionale sanitario fosse stato approvato, la situazione sarebbe già stata ben diversa”. Secondo Coletto, i conti della sanità umbra sarebbero oggi in equilibrio se solo fosse stato attuato un piano di risanamento finanziario. “Il disavanzo è storico”, ha sottolineato, ricordando che il problema principale è iniziato nel 2017, quando la mobilità sanitaria passiva ha messo in difficoltà il sistema sanitario regionale.

Per Coletto, l’Umbria avrebbe dovuto affrontare il problema fin da allora, “manutenendo” il sistema e adeguando le risorse alle necessità effettive, senza continuare con il modello che prevedeva ben 17 ospedali sul territorio. “Le pare normale che un territorio così piccolo abbia 17 ospedali?”, si è chiesto, facendo un parallelismo con la provincia di Verona, che, con una popolazione di 1 milione di abitanti, ha ridotto il numero degli ospedali da 12 a 6. Secondo l’ex assessore, l’Umbria avrebbe dovuto riconvertire alcuni ospedali a bassa intensità di cura per alleggerire il sistema.

“Non è possibile che gli unici tre ospedali che ‘girano’ siano quelli di Perugia, Terni e Foligno”, ha aggiunto Coletto, facendo riferimento alla concentrazione dei servizi nelle tre principali città umbre. L’ex assessore ha poi ricordato che il Decreto Ministeriale 70 del 2015 prevede che ogni Azienda ospedaliera debba servire almeno 1.250.000 abitanti, una condizione che, secondo Coletto, l’Umbria non soddisfa, con “due Aziende ospedaliere per 850.000 abitanti”.

Dall’altro lato, il centrosinistra attacca e accusa  la Giunta Tesei di aver “portato l’Umbria sull’orlo del collasso sanitario”. Luca Simonetti, presidente del Gruppo Consiliare del Movimento 5 Stelle, ha sottolineato che i “costosi errori del centrodestra” sono responsabili di un disavanzo che ha visto l’Umbria bruciare oltre 110 milioni di euro in cinque anni a causa della mobilità passiva. Soldi che, secondo Simonetti, sarebbero stati sufficienti per “costruire il nuovo ospedale di Narni-Amelia e assumere oltre 40 infermieri”. “La gestione del centrodestra ha messo in difficoltà la sanità e ha fatto perdere risorse che avrebbero potuto garantire servizi migliori per i cittadini umbri”, ha affermato Simonetti.

La polemica però si rinfocola proprio per la recentre indagine sui conti, affidata dalla Giunta Proietti ad un advisor esterno. Donatella Tesei, portavoce delle opposizioni, ha dichiarato che ci sono “molte incongruenze nelle analisi dei conti della sanità umbra”, e ha accusato la Giunta Proietti di aver scelto una società privata “politicamente legata alla maggioranza”, per un incarico che, secondo lei, avrebbe potuto essere svolto dall’Agenas senza costi aggiuntivi.

Tesei ha anche sollevato dubbi sulle modalità di affidamento dell’incarico alla società privata, chiedendo che vengano resi pubblici tutti i documenti relativi alla selezione della società, “compreso l’elaborato della due diligence e la relativa comunicazione”. Secondo Tesei e il capogruppo della Lega Enrico Melasecche, la giunta dovrebbe spiegare perché è stato scelto un consulente esterno, se esiste già un ente pubblico come Agenas, e perché l’incarico è stato portato a termine in tempi così rapidi, nonostante l’elevata complessità dell’analisi.

Le polemiche si sono intensificate quando, subito dopo la diffusione dei dati sui conti della sanità, “la presidente Proietti ha annunciato aumenti delle tasse per le famiglie umbre”, cercando, secondo le opposizioni, di giustificare l’incremento delle imposte con la situazione finanziaria della sanità. “Questi aumenti sono il risultato dell’incapacità della giunta di gestire i fondi pubblici”, hanno accusato i rappresentanti della Lega.

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