La chiusura di tre scuole di specializzazione medica presso l’Università degli Studi di Perugia sta destando forte preoccupazione tra le istituzioni umbre. A sollevare il problema è il consigliere regionale Nilo Arcudi (Tesei Presidente – Umbria Civica), che ha annunciato la presentazione di un’interrogazione alla Giunta regionale per chiedere interventi urgenti a tutela dell’offerta formativa e della sanità locale.
Un duro colpo per la formazione medica e il sistema sanitario
Le scuole di otorinolaringoiatria, anestesiologia e cardiologia rappresentavano un pilastro fondamentale per la formazione di nuovi specialisti. La loro chiusura non solo riduce l’attrattività dell’Università di Perugia, ma indebolisce l’intero sistema sanitario regionale, privando gli ospedali umbri di giovani medici qualificati.
Secondo Arcudi, i dati relativi al periodo 2020-2023 confermano una tendenza allarmante: sempre più neolaureati scelgono di specializzarsi fuori regione, aggravando la carenza di personale sanitario locale e mettendo a rischio la qualità dell’assistenza nei reparti ospedalieri.
Arcudi: “La Regione deve intervenire per fermare il declino”
Il consigliere regionale ha sottolineato la necessità di un intervento immediato da parte della Giunta regionale e del Ministero dell’Università per scongiurare ulteriori chiusure e potenziare l’offerta formativa. Tra le possibili soluzioni, Arcudi propone un piano di rilancio delle scuole di specializzazione, volto a rendere l’Ateneo più competitivo e ad attrarre nuovi studenti.
“La formazione di professionisti altamente qualificati è essenziale per garantire un futuro solido ai nostri giovani e alla sanità umbra. Lavoreremo affinché l’Università di Perugia torni ad essere un polo di eccellenza per la formazione e la ricerca“, ha dichiarato Arcudi.