Il tifoso del Perugia, arrestato con l’accusa di rissa aggravata per gli scontri ultrà avvenuti domenica sull’autostrada A12, nei pressi dell’area di servizio Versilia, è stato scarcerato su disposizione del giudice Natalia Giubilei. L’udienza di convalida ha portato alla revoca della misura detentiva, sostituita con l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.
Durante l’interrogatorio, l’indagato ha sostenuto che l’aggressione sia partita dai tifosi della Lucchese, scesi da alcuni minivan armati di caschi, sassi, bastoni e bottiglie. Ha dichiarato di essersi difeso e di aver impugnato un bastone trovato a terra, negando di essere responsabile del ferimento di un tifoso avversario.
L’avvocato Ludovica Khraisat, che difende l’operaio coinvolto nei disordini, ha sottolineato che il suo assistito è stato identificato grazie alle telecamere e che tutto si sarebbe svolto in pochi secondi, escludendo una premeditazione dello scontro. Inoltre, ha definito inverosimile l’ipotesi di un incontro concordato tra le due tifoserie, considerata la presenza di telecamere e forze dell’ordine nelle aree di servizio.
L’indagato non è nuovo a vicende giudiziarie legate al mondo ultras: in passato era già stato processato per gli scontri avvenuti nel 2015 durante Perugia-Cesena, ma era stato assolto dall’accusa di lancio di oggetti pericolosi. Ha comunque scontato un precedente Daspo.