La condizione dei detenuti con disturbi psichiatrici nelle carceri umbre è diventata “esplosiva”, con un rischio concreto di eventi drammatici. A lanciare l’allarme è Giuseppe Caforio, garante dei detenuti dell’Umbria, che avverte: “Laddove non trovi immediate risposte nel breve periodo, potrà portare ad episodi di maggiore gravità. Con anche il rischio concreto che vi possano essere eventi mortali”.
Emergenza psichiatrica nelle carceri umbre
Uno degli episodi più gravi si è verificato nel carcere di Capanne, a Perugia, dove un detenuto con gravi problemi mentali, in isolamento, ha devastato la propria cella e aggredito quattro agenti della Polizia Penitenziaria, mandandoli in ospedale. “Solo l’accortezza e la perizia degli operatori, unita anche a una dose di fortuna, ha evitato che la situazione assumesse aspetti più gravi”, sottolinea Caforio.
Secondo il garante, la presenza crescente di detenuti con disturbi psichiatrici nelle carceri umbre sta mettendo in crisi l’intero sistema. “Il loro status e le loro reazioni destabilizzano l’intero sistema carcerario, che si basa su equilibri delicati”, afferma. Per legge, questi soggetti non dovrebbero trovarsi in strutture detentive ordinarie, ma in luoghi più adeguati dove possano ricevere cure specialistiche.
Un’opportunità per affrontare questa emergenza potrebbe arrivare con l’istituzione del nuovo Provveditorato dell’Amministrazione Penitenziaria a Perugia, prevista per marzo. Secondo Caforio, è necessario garantire ai detenuti psichiatrici un contesto idoneo, alleggerendo al contempo il peso sulle strutture carcerarie e sul personale penitenziario.
Mobilitazione nazionale il 3 marzo: “Silenzio assordante sulla questione carceraria”
Di fronte a questa emergenza e al “silenzio assordante della politica e della società civile sul carcere”, la Conferenza nazionale dei Garanti territoriali ha annunciato una mobilitazione nazionale per il 3 marzo. Il loro appello trae spunto dal discorso di fine anno del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha richiamato l’attenzione sulla necessità di garantire la dignità di ogni persona, compresi i detenuti.
Le richieste dei Garanti sono precise:
- Misure giuridiche concrete per ridurre il sovraffollamento carcerario
- Miglioramento delle condizioni di vita nelle strutture detentive
- Maggiore accesso alle misure alternative per chi deve scontare pene inferiori a tre anni
“Alla società civile chiediamo invece una sensibilità che superi la visione carcero-centrica”, affermano i Garanti, puntando anche su un riordino del circuito della media sicurezza e la chiusura delle sezioni ordinarie in favore di progetti di inclusione sociale e lavorativa.
Un altro punto centrale è il diritto all’affettività in carcere. Si chiede l’attuazione della sentenza della Corte Costituzionale che garantisce ai detenuti la possibilità di colloqui intimi senza controllo visivo, oltre a un aumento immediato delle telefonate e delle videochiamate. “Questo rappresenta un ulteriore modo per tutelare l’intimità degli affetti dei detenuti”, ribadiscono i Garanti, che propongono anche di incrementare i permessi premio.
Riforme strutturali per un sistema al collasso
L’emergenza psichiatrica si inserisce in un quadro più ampio di criticità del sistema carcerario italiano, segnato dal sovraffollamento e dalla carenza di personale medico specializzato. Attualmente, oltre il 30% dei detenuti soffre di problemi psichici, ma molti di loro non ricevono cure adeguate.
I sindacati degli agenti penitenziari e le associazioni che si occupano di diritti dei detenuti chiedono interventi immediati per affrontare una situazione che rischia di degenerare. Come intendono agire la politica, i direttori delle carceri e i magistrati di sorveglianza per garantire diritti e dignità ai detenuti? Il 3 marzo potrebbe essere una data cruciale per ottenere risposte concrete a queste domande.