La Corte d’Appello civile di Perugia ha emesso una sentenza che condanna al risarcimento di circa 400mila euro la famiglia di un bambino nato con invalidità a seguito di un errore medico durante il parto. I giudici hanno stabilito che la complicazione, pur avendo reso il parto difficoltoso, avrebbe potuto essere evitata con un’adeguata gestione clinica.
La decisione della Corte ha ribaltato il verdetto di primo grado, riconoscendo ai genitori il danno subito e suddividendo l’indennizzo in diverse voci:
- 207.702 euro per l’invalidità transitoria e permanente del bambino;
- 160.316,59 euro per la perdita della capacità lavorativa;
- 30.000 euro per la lesione del rapporto parentale.
Invalidità moderata, ma con bisogno di assistenza costante
Secondo la sentenza, la condizione del bambino è classificabile come invalidità moderata, in quanto non compromette le funzioni motorie o cognitive, ma richiede comunque supporto quotidiano per attività essenziali come vestirsi e alimentarsi.
Inoltre, la Corte ha riconosciuto il profondo impatto emotivo subito dai genitori, evidenziando il “dolore dell’animo” e il “pregiudizio dinamico-esistenziale” derivanti dalle conseguenze dell’errore medico.
Un caso che riaccende il dibattito sulla responsabilità medica e sulla tutela dei pazienti nelle strutture sanitarie.