La proposta di legge regionale “Liberi Subito”, che punta a regolamentare il suicidio medicalmente assistito in Umbria, sta raccogliendo un crescente sostegno politico e associativo. Fabrizio Ferranti, consigliere di Perugia per la Sanità Pubblica, ha espresso il suo pieno appoggio all’iniziativa lanciata il 14 febbraio da Laura Santi, giornalista perugina e consigliera generale dell’Associazione Luca Coscioni.
Una legge per colmare un vuoto normativo
La proposta mira a garantire procedure e tempi certi per i pazienti che soddisfano i criteri definiti dalle sentenze della Corte Costituzionale n. 242/2019 e n. 135/2024. “Esprimiamo il nostro pieno supporto all’iniziativa per l’introduzione di una legge regionale in Umbria”, ha dichiarato Ferranti, sottolineando come l’assenza di una normativa nazionale costringa le Regioni a intervenire.
Il caso di Laura Santi, affetta da oltre 25 anni da una forma avanzata di sclerosi multipla, dimostra l’urgenza di una regolamentazione chiara. “Ha dovuto affrontare un lungo e oneroso percorso legale per far valere un diritto fondamentale. Questo iter complesso e dispendioso non dovrebbe essere un ulteriore peso per chi già soffre”, ha aggiunto Ferranti.
L’esperienza della Toscana, prima Regione italiana ad aver approvato una legge sul suicidio assistito, rappresenta un precedente importante. La normativa prevede la creazione di una Commissione multidisciplinare che verifica la sussistenza dei requisiti e garantisce l’accesso alla procedura in tempi definiti. Inoltre, una volta accertato il diritto del paziente, l’azienda sanitaria locale deve fornire tutto il supporto necessario.
Orizzonti Liberali: “Diritto all’autodeterminazione”
Anche Orizzonti Liberali Umbria ha annunciato il proprio sostegno alla raccolta firme, ribadendo l’importanza della libertà individuale nelle scelte di fine vita. “In un’epoca in cui il rispetto dei diritti personali è fondamentale, è indispensabile riaffermare il diritto all’autodeterminazione”, ha dichiarato l’associazione.
Attualmente, nonostante la sentenza della Corte Costituzionale del 2019 abbia stabilito la non punibilità per chi agevola il suicidio di un paziente in condizioni di sofferenza insostenibile, non esistono ancora tempi e modalità esecutive certe. Questo vuoto normativo ostacola l’accesso alla procedura e costringe i pazienti a un ulteriore percorso burocratico.
Una battaglia per la dignità
Secondo Orizzonti Liberali, regolamentare il suicidio medicalmente assistito non significa incentivarlo, ma riconoscere una scelta consapevole e informata. “Non si tratta di un invito alla rinuncia, ma di garantire rispetto e dignità a chi, in condizioni di malattia terminale o sofferenza insostenibile, desidera porre fine al proprio dolore”, afferma l’associazione.
Il dibattito sul fine vita è destinato a proseguire, ma il crescente sostegno alla proposta di legge in Umbria indica che sempre più voci chiedono un quadro normativo chiaro, che permetta ai pazienti di esercitare il proprio diritto di scelta senza ulteriori ostacoli burocratici.