La Regione Umbria ha avviato un percorso di ascolto con associazioni e istituzioni per affrontare le esigenze delle persone con disabilità e delle loro famiglie. La presidente Stefania Proietti, che detiene la delega alle politiche per la famiglia e la promozione dei diritti delle persone con disabilità, ha sottolineato che l’ascolto rappresenterà “un momento fondamentale per una nuova programmazione regionale”, con l’obiettivo di promuovere “vera inclusione e integrazione”.
Il primo incontro si è svolto a Palazzo Donini, sede della Giunta regionale, e ha visto la partecipazione del Garante regionale dei diritti delle persone con disabilità, Massimo Rolla, e dei rappresentanti di numerose associazioni, tra cui Auret, A.Fa.D, TMA, Aniu, AUCLA, il Movimento di Famiglie per il diritto alla riabilitazione e Aifa-Aps. Al centro del confronto, l’attuazione del D.L. 62/2024, che introduce il Progetto di vita, con una sperimentazione che partirà dal 1° gennaio 2025.
Le associazioni presenti hanno evidenziato diverse problematiche, tra cui la necessità di una maggiore partecipazione ai tavoli istituzionali e la richiesta di prevedere, nell’ambito del Progetto di vita, l’assegnazione diretta delle risorse ai beneficiari, con una rendicontazione dettagliata.
Proietti ha ribadito che “nella programmazione regionale va posta al centro la persona”, puntando a “sostenere il percorso individuale per garantire la massima autonomia possibile”. Il Progetto di vita individuale, ha aggiunto, rappresenta “un cambio di passo significativo nella presa in carico delle persone con disabilità”, riconoscendo il diritto all’autodeterminazione.
Perugia sarà tra le nove province italiane in cui verrà avviata la sperimentazione, diventando “un laboratorio che darà vita a un modello innovativo”. La Regione continuerà a lavorare “potenziando gli strumenti esistenti, come il tavolo di coordinamento sulla disabilità, la figura del Garante regionale e l’Osservatorio”, per creare una strategia efficace e condivisa.
“Tutte le decisioni saranno orientate a garantire il pieno riconoscimento della dignità della persona”, ha concluso Proietti, sottolineando l’importanza di “trasformare il diritto all’autodeterminazione in progetti di vita concreti e realizzabili”.