Omicidio Bartoli, Behari andrà a processo: problemi psichiatrici non ostativi

Il docente incaricato dal Gip ha stabilito che i problemi psichiatrici dell'imputato non escludono la sua imputabilità.

Erjon Behari potrà essere processato per l’omicidio di Stefano Bartoli, nonostante le problematiche psichiatriche che lo riguardano. Questa è la conclusione a cui è giunto il professor Stefano Ferracuti, docente di psichiatria e psicologia clinica dell’Università Sapienza di Roma, incaricato dal giudice per le indagini preliminari di Spoleto, Maria Silvia Festa, di valutare la capacità di intendere e di volere dell’uomo.

Behari, cittadino albanese di 42 anni, era stato arrestato per aver ucciso con una coltellata il ventottenne Stefano Bartoli lo scorso luglio. La perizia psichiatrica è stata disposta su richiesta del sostituto procuratore Alessandro Tana, per stabilire se l’imputato fosse in grado di affrontare un processo. Nel pomeriggio, Ferracuti esporrà i risultati del suo lavoro nell’ambito dell’incidente probatorio.

Secondo il medico, sebbene l’imputato presenti alcuni deficit psichiatrici, questi non escludono la sua imputabilità, a differenza di quanto era stato precedentemente stabilito in un’altra perizia condotta in un altro procedimento. Per questo motivo, le indagini potranno proseguire e la Procura avrà la possibilità di formulare la richiesta di rinvio a giudizio per omicidio volontario.

Behari è attualmente detenuto a Spoleto. Già in sede di convalida dell’arresto, il giudice aveva disposto per lui un’osservazione psichiatrica, sulla base della quale la difesa ha avanzato ripetute richieste di trasferimento in una struttura adeguata o, in alternativa, la concessione degli arresti domiciliari.

L’omicidio di Stefano Bartoli, disoccupato spoletino di 28 anni, è avvenuto la sera del 20 luglio nel quartiere delle Casette, al culmine di una lite avvenuta sotto casa di Behari. Dopo essere stato colpito a morte con una coltellata, Bartoli ha provato a fuggire, ma si è accasciato in una pozza di sangue a pochi metri di distanza, chiedendo aiuto. Behari, che era sottoposto a vigilanza speciale in quanto ritenuto socialmente pericoloso, è stato arrestato poco dopo.

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