Sottani: “Tre quarti dei detenuti in Umbria è recidivo, carcerocentrismo non funziona”

Nel discorso di apertura dell'anno giudiziario, il procuratore di Perugia rilancia la necessità di misure alternative alla detenzione. Il quadro allo stremo del carcere di Terni

Il 75 percento dei detenuti nelle carceri umbre ha un tasso di recidiva altissimo, perchè è stato ristretto in carcere almeno due volte.

L’allarme non arriva da un politico o dalle associazioni a difesa dei diritti dei detenuti ma dal procuratore generale di Perugia Sergio Sottani, che nell’inaugurare l’anno giudiziario, lancia un monito contro i giustizialisti e i fautori del carcere a tutti i costi: “La risposta meramente repressiva, frutto di una cultura panpenalistica, che pensa di risolvere i problemi innalzando le pene o introducendo nuove fattispecie criminali, come testimoniato dall’introduzione, solo nell’ultimo biennio, di molti nuovi reati e di svariati inasprimenti di pena, è ispirata inevitabilmente da una concezione carcerocentrica – sottolinea-  Siffatta politica legislativa non sembra tenere conto del dato sconfortante sull’effetto rieducativo della pena, fornito dal tasso di recidiva della popolazione carceraria”.

Funzione rieducativa della pena che – è bene ricordarlo, è prevista dalla Costituzione all’articolo 27 ma che in un quadro di forte sovraffollamento – confermato dallo stesso Sottani che ha verificato di persona nelle visite alle carceri umbre – è praticamente inattuabile.  Sottani lo aveva già sottolineato nel corso dell’ultimo summit con gli altri procuratori umbri: “L’aumento degli episodi di violenza su persone e cose da parte della popolazione detenuta, è il sintomo di disagio sociale e di fallimento della funzione rieducativa della pena”.

La questione è calda e divisiva, soprattutto in un momento in cui cresce il “partito” di chi propone l’introduzione di misure alternative alla detenzione per quei soggetti che devono scontare pene inferiori ad un anno.  Lo stesso garante dei detenuti Giuseppe Caforio aveva insistito forte su questo.

Perugia e Spoleto hanno in questo senso situzioni molto difficili. Capanne ospita attualmente 461 detenuti, a fronte di una capienza regolamentare di 363 posti, che scende a 321 posti letto a causa della mancata attivazione del reparto S.A.I. (Servizio di Assistenza Intensificato).Nel carcere perugino, dove possono essere assegnati solo detenuti “comuni”, l’88% dei reclusi ha una posizione giuridica definitiva, mentre il 57 percento è di nazionalità straniera. A Maiano sono reclusi 461 detenuti dei quali 40 tossicodipendenti e 5 affetti da disturbi psichiatrici.

Nel carcere di Capanne inoltre, il 34 percento dei detenuti è tossicodipendente e oltre la metà utilizza regolarmente sedativi o ipnotici. Inoltre, circa il 19% dei reclusi presenta patologie psichiatriche gravi, dati che evidenziano una necessità urgente di strutture e percorsi di cura adeguati.

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