Le ultime previsioni economiche diffuse dall’Istat hanno generato grande preoccupazione tra gli addetti ai lavori. Il presidente di CNA Umbria, Michele Carloni, sottolinea l’urgenza di ripensare le politiche industriali, sia a livello nazionale che europeo, per affrontare le sfide di un 2025 che si preannuncia critico.
“Non possiamo essere allegri se l’Istat prevede che l’1% di crescita stimato dal Governo debba essere rivisto al ribasso,” ha dichiarato Carloni. “Dietro questa previsione si nasconde una realtà preoccupante: molti settori produttivi stanno vivendo una crisi a macchia di leopardo.”
Automotive: una crisi europea che colpisce anche l’Umbria
Tra i comparti più colpiti figura l’automotive. Secondo Carloni, il calo del fatturato del settore, che in Umbria ha registrato un -30% nel 2024, è direttamente legato alla crisi europea e alle politiche ambientali dell’UE.
“La scelta di puntare esclusivamente sulle auto elettriche sta mettendo a rischio l’intero comparto. È necessario che l’Unione Europea riveda le tempistiche per il raggiungimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni, spostando la scadenza dal 2035 al 2050, come fatto con la direttiva sulle case green,” ha spiegato. Carloni ha poi ribadito l’importanza della neutralità tecnologica: “Servono soluzioni diversificate per ridurre le emissioni inquinanti, senza rinunciare alla crescita economica. Questa crisi climatica richiede interventi urgenti, ma non deve essere affrontata con approcci ideologici.”
Moda: luci e ombre nel settore
Anche il comparto della moda sta attraversando difficoltà significative. L’Umbria, caratterizzata dalla presenza di imprese subfornitrici, vive una situazione contrastante tra aziende in crescita e altre colpite dalla crisi di grandi marchi.
“Accanto a chi lavora per brand locali di alta moda che stanno registrando aumenti nei fatturati, molte imprese subiscono le conseguenze della crisi di altri marchi importanti,” ha osservato Carloni. Per il presidente di CNA Umbria, la soluzione potrebbe arrivare attraverso il sostegno all’innovazione: “Politiche più efficaci per Industria 5.0, con incentivi a investimenti in macchinari e ricerca, potrebbero aiutare il settore a superare questa fase critica.”
Costruzioni: effetti dei bonus casa in calo
Il comparto delle costruzioni non è immune alla crisi. La riduzione degli incentivi per le ristrutturazioni ha comportato una perdita di posti di lavoro negli ultimi mesi del 2024.
“Se pensiamo che il risparmio energetico e la diminuzione delle emissioni passano anche attraverso la riqualificazione edilizia, il Governo deve rivedere il pacchetto dei bonus casa,” ha dichiarato Carloni. L’idea è quella di incentivare le ristrutturazioni, con un doppio beneficio: sostenere il settore delle costruzioni e favorire la tutela del territorio con un minore consumo di suolo.
Costi energetici e rischio recessione
Infine, un altro tasto dolente è rappresentato dai costi energetici. “I rialzi del costo del gas e dell’energia pesano su una manifattura in decrescita da oltre un anno,” ha spiegato Carloni. “Il rischio di una recessione è concreto e potrebbe vanificare tutte le politiche di bilancio.”
Secondo il presidente di CNA Umbria, la soluzione passa per politiche europee più ambiziose e incentivi nazionali che favoriscano lo sviluppo economico. “È fondamentale – conclude Carloni – che la nuova giunta regionale avvii un dialogo con tutti gli attori del sistema economico e sociale, per individuare strategie condivise che migliorino la competitività dell’Umbria.”