Fanno lavorare la figlia sedicenne nella sartoria di famiglia, indagati in tre

A Perugia, il titolare di una sartoria e due genitori sono indagati per sfruttamento del lavoro minorile e mancata assoluzione dell’obbligo scolastico.

La Procura di Perugia ha concluso un’indagine che vede coinvolti un titolare di sartoria e due genitori accusati di sfruttamento del lavoro minorile e mancata assoluzione dell’obbligo scolastico.

L’indagine, guidata dal pubblico ministero Laura Reale sotto la supervisione del procuratore Raffaele Cantone, è scaturita da un controllo di routine effettuato dalle forze dell’ordine nel maggio scorso. Durante l’ispezione, è emerso che una ragazza di 16 anni, residente a Perugia e di origine cinese, era stata avviata al lavoro presso una sartoria dai propri genitori, nonostante non avesse ancora completato l’obbligo scolastico.

Le persone indagate sono il titolare della sartoria, un 66enne anch’egli di origine cinese, accusato di aver impiegato la minore in violazione delle norme sul lavoro minorile, e i genitori della ragazza, rispettivamente di 44 e 37 anni, ritenuti responsabili di non aver vigilato sulla corretta formazione e tutela della figlia.

Secondo quanto riportato dal quotidiano Il Messaggero-Umbria, le norme vigenti vietano l’impiego lavorativo di minori di 18 anni se non in casi specifici, regolamentati e autorizzati dalla Direzione provinciale del lavoro. Tali autorizzazioni sono concesse solo per attività che non compromettano lo sviluppo psicofisico, la sicurezza e la formazione del minore, condizioni che in questa circostanza sembrano non essere state rispettate.

La normativa italiana tutela i minori vietandone l’impiego lavorativo se non per attività culturali, artistiche, sportive o pubblicitarie, e solo previo assenso scritto dei genitori e autorizzazione dell’Ufficio provinciale del lavoro. In questo caso, però, tali requisiti non erano stati soddisfatti. Secondo l’accusa, l’attività lavorativa svolta dalla ragazza avrebbe potuto compromettere il suo benessere e lo sviluppo personale.

I tre indagati, iscritti nel registro della Procura, sono difesi dagli avvocati Leonardo Orioli (per il titolare della sartoria) e Andrea Galmacci (per i genitori). Le loro posizioni saranno ora valutate in vista di un eventuale rinvio a giudizio.

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