Il rinnovo dei contratti di quattro direttori dei distretti dell’Usl Umbria 1, inizialmente previsto per una durata quinquennale, ha subito una clamorosa frenata. A soli cinque giorni dall’approvazione del provvedimento, il direttore generale dell’Azienda, Nicola Nardella, ha disposto la sospensione parziale, limitando la proroga al 30 giugno 2024.
Le proroghe e i direttori coinvolti
Lo scorso 19 dicembre, l’Usl aveva deliberato una proroga di cinque anni per i seguenti incarichi:
- Daniela Felicioni (distretto Alto Tevere),
- Paola Tomassoni (distretto Alto Chiaschio),
- Ilaria Vescarelli (distretto Assisano),
- Emilio Paolo Abbritti (distretto Trasimeno).
Un’eccezione è rappresentata dal mandato di Barbara Blasi per il distretto del Perugino, la cui scadenza è fissata al 30 giugno 2026.
Questa decisione, giunta in pieno cambio di governo regionale, ha immediatamente sollevato perplessità, attirando l’attenzione della presidente Stefania Proietti e della giunta regionale. La delibera ha persino fatto il giro di numerose chat, generando accese discussioni.
Le critiche e la revisione della delibera
Nonostante non fosse formalmente all’ordine del giorno, la questione è stata affrontata nella prima riunione del nuovo esecutivo regionale, alla presenza del direttore della Sanità, Massimo D’Angelo.
Quest’ultimo, il 24 dicembre, ha inviato una lettera ufficiale alla Usl, evidenziando una presunta “contraddizione” tra la delibera e il testo unico regionale in materia sanitaria. Ha inoltre invitato l’Usl a ritirare il provvedimento e ad adottare atti conformi alla normativa vigente, compreso il parere del Comitato Regionale di Valutazione (Creva).
Un ulteriore punto di discordia riguardava la trasformazione delle strutture da semplici a complesse, decisa dalla stessa delibera. Questa modifica organizzativa ha contribuito a rendere ancora più acceso il dibattito.
Le motivazioni dietro le proroghe
Le proroghe sono state giustificate dalla necessità di garantire “continuità gestionale”, in attesa dell’approvazione del nuovo Piano Sanitario Regionale (PSR). Tuttavia, il PSR è rimasto bloccato per conflitti interni alla maggioranza regionale, decadendo con l’avvio della nuova legislatura.
Il direttore generale Nicola Nardella ha spiegato che la sospensione è stata motivata dall’esigenza di evitare incarichi caratterizzati da precarietà e straordinarietà, che sarebbero stati troppo lunghi a causa delle tempistiche necessarie per completare i concorsi relativi alle strutture complesse.
Stabilità organizzativa e prossimi passi
In questo contesto di incertezza, l’Usl ha scelto di puntare sulla stabilità aziendale. “Non si possono attribuire incarichi straordinari dalla durata incerta”, ha sottolineato il direttore generale. La giunta avrà tempo fino alla fine di giugno per adottare le decisioni definitive. Intanto, nulla cambia per quanto riguarda l’esito positivo della valutazione dei direttori, confermato dalla stessa Usl. Un caso emblematico di come le dinamiche burocratiche e politiche possano intrecciarsi, influenzando profondamente le decisioni amministrative e organizzative.