Carcere di Perugia, Antigone: “Senza Rems per detenuti psichiatrici situazione rischia di implodere”

Sovraffollamento carcerario e mancanza di Rems aggravano la gestione dei detenuti psichiatrici in Umbria. Le sfide e le promesse della nuova amministrazione regionale e la denuncia dell'associazione per i diritti dei detenuti

Le carceri umbre sono al centro di una doppia emergenza: sovraffollamento e gestione inadeguata dei detenuti psichiatrici. La regione è priva di una Rems, le residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza, indispensabili per accogliere persone con patologie psichiatriche gravi che necessitano di cure specifiche e di un ambiente protetto.

Secondo i dati diffusi dall’associazione Antigone, che monitora le condizioni delle carceri italiane, il sovraffollamento è una problematica diffusa, con casi più evidenti negli istituti di Perugia e Terni, che ospitano circa 100 detenuti in più rispetto alla loro capacità. A Terni si è verificato un suicidio nel corso dell’anno, ma sono stati numerosi i tentativi e gli episodi di autolesionismo, segno di un profondo disagio. Simona Materia, responsabile regionale Antigone parlando al TG3 Umbria speiga: “Le emergenze sono due: ridurre il sovraffollamento, che rischia di diventare ingestibile, come già anni fa. Inoltre bisogna adeguare la presenza della polizia penitenziaria alle esigenze delle carceri umbre

Nel carcere di Capanne, il 34% dei detenuti è tossicodipendente e oltre la metà utilizza regolarmente sedativi o ipnotici. Inoltre, circa il 19% dei reclusi presenta patologie psichiatriche gravi, dati che evidenziano una necessità urgente di strutture e percorsi di cura adeguati.

La Regione Umbria si trova in una posizione critica: è una delle poche regioni italiane senza una Rems, come sottolineato dal procuratore generale Sergio Sottani. L’assenza di questa struttura riabilitativa, indispensabile per gestire i detenuti con misure di sicurezza alternative al carcere, costringe spesso a soluzioni inadatte, con ripercussioni sulla salute mentale dei reclusi e sulla sicurezza generale.

“CI sono gli infermieri, ma manca anche personale medico e questo complica le osservazioni. Il Rop, cioè il centro che si occupa dell’osservazione psichiatrica, con sede a Spoleto, è stato chiuso per diversi mesi proprio per carenza di personale”, sottolinea Materia.

La nuova governatrice dell’Umbria, Stefania Proietti, ha dichiarato che la situazione cambierà, promettendo interventi per colmare questa lacuna. Tuttavia, non esistono ancora progetti concreti: l’unica proposta ereditata dalla precedente amministrazione è un’idea di project financing per una struttura a Gualdo Tadino.

Il principale ostacolo è il budget necessario per realizzare e gestire una Rems. Si tratta di una struttura che richiede investimenti significativi, sia per garantire un ambiente riabilitativo adeguato sia per rispettare le esigenze di sicurezza. Inoltre, i numeri attuali suggeriscono che una sola Rems potrebbe non bastare: le persone potenzialmente accoglibili sono già diverse decine.

L’associazione Antigone e altre realtà impegnate nella tutela dei diritti dei detenuti continueranno a monitorare la situazione, mentre la regione è chiamata a trovare soluzioni rapide e sostenibili per garantire un trattamento dignitoso e appropriato per tutti i detenuti, in particolare quelli con patologie psichiatriche.

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