Il 17enne di Foligno, che compirà 18 anni nei prossimi giorni, ha confessato davanti alla presidente del tribunale dei Minori, Grazia Isa Maria Mazzini, e al procuratore Flaminio Monteleone. Durante l’interrogatorio, avvenuto il 24 dicembre, ha descritto un rapporto di violenze e intimidazioni con la vittima, il capomastro Salvatore Postiglione, 57 anni, ucciso con oltre 50 coltellate un mese e mezzo fa. Secondo il giovane, il gesto estremo sarebbe stato l’unica via per salvarsi.
L’incontro con il minorenne è avvenuto solo ora a causa delle sue condizioni psichiatriche. Il giovane, sottoposto a trattamenti sanitari obbligatori e successivamente ricoverato in ospedale durante la detenzione, ha mostrato miglioramenti, pur restando fragile. “Ha un suo equilibrio, anche se precario,” ha dichiarato il suo avvocato, Ilario Taddei, che lo assiste con il collega Samuele Ferocino.
Nonostante il pentimento, il ragazzo non ha fornito una versione completa dei fatti. Secondo i legali, esiste una sofferenza profonda che lo trattiene dal raccontare pienamente le vessazioni subite. Sul movente, ha accennato a esperienze che definisce “vergognose”, mentre altri dettagli restano avvolti da confusione e paura.
Durante l’interrogatorio, il giovane ha indicato il luogo in cui avrebbe nascosto il coltello utilizzato nell’aggressione. Tuttavia, incalzato sulle presunte violenze subite, ha parlato di “influssi negativi”, “malocchio” e “macumbe”, arrivando a descrivere Postiglione come un “diavolo”. Questo aspetto spirituale e sovrannaturale aggiunge ulteriore complessità al caso, rendendo il movente ancora parzialmente oscuro.
Gli inquirenti attendono di poter approfondire il racconto del ragazzo non appena le sue condizioni psicologiche miglioreranno. Nel frattempo, proseguono le analisi dei dispositivi elettronici appartenenti alla vittima e al giovane, elementi che potrebbero far emergere nuovi dettagli rilevanti. Si ipotizza che da questi strumenti possano emergere informazioni decisive per chiarire i rapporti tra i due e fornire un quadro completo delle motivazioni che hanno portato al tragico epilogo.
Nonostante le ammissioni, resta una parte incomprensibile in questa drammatica vicenda. È probabile che ulteriori confessioni o riscontri investigativi possano finalmente fornire il tassello mancante, svelando il contesto reale che ha portato il giovane a compiere un gesto così estremo. Per ora, il caso continua a oscillare tra pentimento e silenzi, segnando una tragedia umana e giudiziaria ancora lontana dalla risoluzione.