Tecnologia ed efficienza, la Corte d’Appello di Perugia guarda al futuro

Appuntamento di fine anno del procuratore Sottani per fare il punto sui lavori della struttura: a Perugia 35 percento di condanne con rito ordinario, in Umbria confermato il 50 percento delle sentenze

L’annuncio del ritorno in Umbria del provveditorato dell’amministrazione penitenziaria segue il monito dei giorni scorsi sull’urgenza dell’istituzione delle Rems, ma la Corte d’Appello di perugia è pronta a nuove sfide. Il procuratore generale di Perugia Sergio Sottani, incontrando i giornalisti ha fatto il punto sul lavoro della Corte nell’appuntamento di fine ann con con la stampa

I numeri dicono che fra Luglio 2023 e Giugno 2024 la Corte d’appello del capoluogo ha confermato nel 52 percento dei casi l’esito del giudizio di primo grado riformandolo invece nel 34 percento. Le assoluzioni nel merito sono state 79, delle quali ben 50 relative ad impugnazioni di sentenze del Tribunale di Terni. Le assoluzioni per processi relativi a maltrattamenti in famiglia sono state invece 5, con una crescita costante dei reati da cosiddetto “Codice Rosso”, seguiti dai reati in materia di stupefacenti.

A Perugia sono state riscontrate il 35 percento di condanne con reato ordinario; cinque percento in più a Terni, mentre a Spoleto il dato scende a 24 la percentuale più alta di pronunce con dispositivo di non doversi procedere e di non luogo a procedere, quasi il 40 percento. In numeri assoluti ben 743 sentenze, di cui ben 189 di estinzione del reato per prescrizione. Sempre relativamente a Perugia, dove nel 225 arriverà il processo d’appello di Rigopiano, si  registrano  condanne a pene sensibilmente inferiori rispetto a corti d’appello di altre regione del centro Italia, particolarmente su reati finanziari

Sottani ha anche spiegato che sta lavorando ad un progetto chiamato “il cruscotto del Pubblico Ministero”, per monitorare l’esito dei processi e dunque avere chiaro il numero delle azioni penali per tipologia di reato e quante le condanne in appello: “Ma essere assolti non vuol dire che l’indagine era sbagliata”, precisa.

Fra le novità anche l’utilizzo della tecnologia per migliorare l’efficienza. La Procura infatti ha avviato un progetto sperimentale di utilizzo dell’intelligenza artificiale per la gestione di atti processuali complessi, come nel caso della revisione chiesta da Vincenzo Scarantino, ex pentito: “Stiamo utilizzando l’intelligenza artificiale per analizzare le 140.000 pagine del processo con tempi ridotti a 40 secondi per individuare documenti rilevanti”, ha sottolineato il procuratore

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