Carcere di Perugia, Sottani: “Oltre l’emergenza, manca reparto Sai e fine rieducativo della pena impossibile”

Nuova riunione fra procuratori e personale direttivo delle carceri dopo la firma del protocollo con le Asl. Situazione drammatica a Capanne. Ancora carente a livello regionale il personale di Polizia Penitenziaria con 673 unità impiegate rispetto alle 852 previste.

Dati sempre più allarmanti arrivano, sul fronte del carcere di Perugia  dall’incontro fra il Procuratore Generale di Perugia, Sergio Sottani, il procuratore di Terni Andrea Claudiani, quello di Spoleto Claudio Cicchella e i direttori e comandanti di Polizia Penitenziaria, a cui si sono aggiunti i vertici dell’ufficio distrettuale esecuzione penale. L’incontro è servito anche a  monitorare l’attuazione del Protocollo operativo, sottoscritto tra Uffici giudiziari del Distretto e Asl competenti nel luglio di quest’anno, in materia di applicazione di misure di sicurezza e trattamento di autori di reato affetti da problemi di salute mentale. E purtroppo sul fronte della struttura di Sabbione i risultati sono sconfortanti

I numeri di Perugia e Spoleto

La Casa Circondariale di Perugia attualmente ospita 460 detenuti, di cui 392 uomini e 68 donne (solo in questo istituto, fra i quattro umbri,  è presente la sezione femminile), a fronte di una capienza regolamentare di 363, ridotta a 308 posto letto effettivi. Nel carcere perugino, dove possono essere assegnati solo detenuti comuni, sono presenti 415 reclusi con posizione giuridica definitiva (90% rispetto al totale), quelli con posizione non definitiva sono 45 (10 percento): i posti letto destinati ai non definitivi sono 114, mentre per quelli con posizione definitiva il numero è paria 194. Sui 460 presenti, 263 sono i reclusi di nazionalità straniera (57 percento). Dall’inizio dell’anno si sono registrati 126 episodi di autolesionismo, 28 tentativi di suicidio e nessun suicidio, inoltre 48 aggressioni al personale di Polizia Penitenziaria.

Spoleto ospita invece 458 detenuti, a fronte di una capienza regolamentare di 456. Anche Spoleto, come Terni, ospita alcuni detenuti in regime di 41bis. Attualmente sono presenti 422 reclusi con posizione giuridica definitiva (92 percento rispetto al totale), quelli con posizione non definitiva sono 36 (8 percento): i posti letto destinati ai non definitivi sono 21, mentre per quelli con posizione definitiva il numero è pari a 435. I detenuti di nazionalità straniera sono 62 (14 percento). Gli episodi di autolesionismo sono stati 76, 11 tentativi di suicidio e nessun suicidio, 5
aggressioni al personale di Polizia Penitenziaria. A livello regionale- dunque contando anche Terni e Orvieto –  i detenuti sono 1605 (1537 uomini e 68 donne) in rapporto ad una capienza regolamentare di 1339. “Capienza ridotta ulteriormente – sottolinea la Procura dal fatto che presso la struttura penitenziaria di Perugia i posti letto disponibili sono 308, in quanto il reparto Sai, Servizio di Assistenza Intensificato che assicura assistenza sanitaria ai detenuti, non è stato mai attivato”.

La situazione: emergenza totale

“Emerge una particolare condizione di sovrannumero, sopratutto nelle carceri di Perugia e Terni”, dice la Procura in una nota. Anche per questo al centro della riunione sono stati messi tutti i temi caldi: “Occorre – scrive Sottani – l’istituzione in Umbria della Rems, la residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza e reistituire a Perugia il provveditorato regionale. L’aumento degli episodi di violenza su persone e cose da parte della popolazione detenuta, è il sintomo di disagio sociale e di fallimento della funzione rieducativa della pena, anche alla luce dell’elevato numero di recidive dei soggetti appena rimessi in libertà. Emerge poi una carenza di specializzazione del personale di polizia penitenziaria nel trattare una popolazione detenuta sempre più problematica per i disagi da disturbi psichiatrici, dall’uso di sostanze stupefacenti e dal numero di soggetti stranieri, con problemi di integrazione e l’assenza di attività rieducativa a fronte di un aumento della richiesta di corsi di formazione; frammentazione dei servizi di assistenza sociale e psicologica della ASL in favore dei minori ed aumento della popolazione detenuta minorile, che in assenza di un istituto regionale presenta difficoltà di legame col contesto familiare di origine”.

Un quadro chiaro, che non lascia scampo e che ricalca quanto le sigle sindacali vanno dicendo da sempre e che hanno ribadito anche col recente sciopero. Particolare accento Sottani pone sull’assenza della Rems, visto che molti degli episodi di violenza hanno visto protagonisti detenuti psichiatrici: “La necessità di realizzare una struttura sanitaria destinata ad accogliere i condannati affetti da disturbi mentali e socialmente pericolosi, sollecitata anche dalla Corte Costituzionale- sottoline Sottani- è stata più volte sollevata dal Procuratore Generale e dai Procuratori del distretto, che hanno evidenziato le gravi ripercussioni di questa carenza all’interno degli istituti penitenziari dove si registrano problemi di sovrannumero e molti casi di difficile coesistenza tra detenuti.

Proprio sulle Rems, ma anche sui corsi di formazione, Sottani ha incontrato ieri la neo presidente di Regione Stefania Proietti che ha assicurato il sostegno anche per la possibilità di tirocini formativi regionali finanziati dall’Unione Europea, per l’applicazione di personale amministrativo presso gli uffici giudiziari requirenti umbri, in particolare presso la Procura di Spoleto.

 

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