Le modifiche proposte al Codice degli Appalti pubblici, attualmente in discussione in Parlamento, hanno suscitato forti reazioni da parte della Cgil dell’Umbria, che ha lanciato un allarme sulla possibile riduzione di trasparenza e legalità. “Queste modifiche ridurranno trasparenza e legalità, ma soprattutto tutele e diritti di migliaia di lavoratori in tutto il Paese, anche nella nostra regione, nei cantieri, scuole, uffici e ospedali”, ha dichiarato la Segreteria del sindacato.
I numeri degli appalti in Umbria
La Cgil ha ricordato che nel 2023, nella sola regione Umbria, sono stati spesi 727 milioni di euro per forniture, 916 milioni per appalti di servizi e oltre 1 miliardo per lavori pubblici. Numeri che evidenziano la portata economica e sociale di un settore strategico per il territorio.
Le critiche alle proposte
Tra i punti contestati, il sindacato ha sottolineato l’incremento degli affidamenti diretti, l’ampliamento del ricorso ai subappalti e l’eliminazione del rating di legalità delle imprese. “Con queste norme si favorirà il dumping contrattuale e la concorrenza sleale, riducendo salari e tutele in materia di salute e sicurezza”, ha affermato la Cgil.
Le modifiche proposte prevedono inoltre che non sia più obbligatorio applicare il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) specifico per l’attività svolta nell’appalto, firmato dalle organizzazioni rappresentative. Secondo il sindacato, ciò aprirebbe la porta a contratti meno tutelanti e a una riduzione dei diritti su aspetti come orari, ferie, straordinari e formazione. “Si potranno applicare CCNL con standard inferiori, violando il principio di parità di tutele economiche e normative previsto dalla legge delega”, ha aggiunto la Segreteria.
Impatti sui lavoratori in subappalto
Un ulteriore punto critico riguarda i lavoratori in subappalto. Oggi, questi hanno diritto ad applicare lo stesso CCNL dell’impresa appaltante, ma con le nuove norme ciò potrebbe cambiare. “Questo colpirà i diritti dei lavoratori e creerà maggiore incertezza normativa per le pubbliche amministrazioni e le aziende”, ha sottolineato il sindacato.
Appello alle istituzioni e alle forze politiche
La Cgil ha concluso con un appello: “Chiediamo a tutte le forze politiche, associazioni datoriali e istituzioni locali di far sentire la propria voce affinché il Governo ritiri queste proposte”. La Segreteria ha inoltre chiesto l’apertura di un tavolo di confronto con le organizzazioni rappresentative per garantire la difesa di salari, diritti e sicurezza.