Straordinari non dovuti: condannato ex comandante dei vigili di Città di Castello

La Corte dei Conti ha accettato il patteggiamento per il caso degli straordinari non dovuti

L’ex comandante della polizia municipale di Città di Castello è stato condannato dalla Corte dei Conti per aver attribuito a sé stesso e ai propri collaboratori straordinari ritenuti illegittimi. La sentenza, frutto di un patteggiamento, ha ridotto l’importo del risarcimento da 23mila euro, equivalente al danno erariale stimato per il 2017, a 8mila euro. A questa cifra si aggiungono le spese di giudizio, pari a 243 euro.

L’origine della vicenda

L’illecito è stato scoperto grazie alla denuncia del nuovo comandante, che ha segnalato le anomalie agli organi competenti. Secondo la ricostruzione dei fatti, le buste paga dei vigili urbani includevano già maggiorazioni che coprivano i turni festivi. Tuttavia, a queste venivano aggiunti compensi fissi considerati incompatibili con il contratto collettivo nazionale.

Le indennità, quantificate in 30 euro per ogni turno domenicale, 100 euro per festività speciali come Natale o Capodanno, 30 euro per i turni notturni e tra 14 e 18 euro per i festivi infrasettimanali, risultavano non legittime. Il contratto collettivo prevedeva già voci retributive specifiche per compensare le particolari condizioni lavorative, con maggiorazioni fino al 50% per turni festivi notturni.

Le responsabilità accertate

La sentenza evidenzia che l’ex comandante aveva sottoscritto il piano di lavoro della polizia municipale pur non avendo competenze dirigenziali. Inoltre, ha incluso il proprio nome nell’elenco dei beneficiari, violando il principio di eterovalutazione previsto per la misurazione delle performance dei dipendenti pubblici.

La Procura regionale ha sottolineato che l’ex comandante ha avallato una pratica illecita consolidata presso l’ufficio di polizia municipale, ledendo i principi contrattuali e generando un danno erariale.

Il risarcimento è già stato corrisposto dall’ex comandante, che ha accettato la condanna e il piano di patteggiamento. La sentenza pone un freno a pratiche simili, richiamando all’attenzione l’importanza del rispetto dei contratti collettivi e della trasparenza nella gestione delle risorse pubbliche.

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