Inceneritore, ma anche eolico e ciclo dei rifiuti. Tema caldissimo in campagna elettorale. Se n’è parlato nel corso del dibattito organizzato dal Rotary Club presso l’Hotel Garden a Terni, a cui hanno preso parte 5 dei 9 candidati presidente della Regione ovvero, in ordine alfabetico Elia Francesco Fiorini (Alternativa per l’Umbria), Moreno Pasquinelli (Fronte del dissenso), Fabrizio Pignalberi (Quinto polo per l’Italia), Stefania Proietti (centrosinistra) e Donatella Tesei (centrodestra). Assenti, perché hanno rifiutato l’invito visto il contesto Martina Leonardi (Pci-Potere al Popolo), Giuseppe Pino Paolone (Forza del Popolo), per un impegno dell’ultimo minuto Marco Rizzo (Democrazia Sovrana e Popolare) e inoltre Giuseppe Tritto (Umani insieme liberi).
A favore del termovalorizzatore sono solo in due, ovvero Elia Francesco Fiorini e Donatella Tesei. “Siamo favorevoli, ma deve essere istituita una commissione di controllo per verificare che il progetto non sia dannoso per la salute”, dice Fiorini.
“Non c’e strada alternativa per chiudere il ciclo dei rifiuti- dice invece la Tesei – o questo o nuove discariche”. Su questo tema, ovvero le discariche, spinge Stefania Proietti: “L’ampliamento delle discariche già c’è, l’avete varato voi”, dice rivolgendosi alla Tesei e sciorina alcuni dati: “Come sindaco sono in Auri e posso dire che nel Dup non è stato votato alcun inceneritore. Anche perché quello previsto è stato pensato con i prezzi del 2007, molto più bassi di quelli attuali: la quantità dei rifiuti non giustifica la costruzione di un nuovo inceneritore. Va incentivato il riuso, così come la differenziata: i processi li governa chi li conosce”
A sinistra della sinistra ovviamente, un nuovo termovalorizzatore è fumo negli occhi: “Accoglierà tutta la spazzatura di Roma- dice Moreno Pasquinelli – e nessuno pensa inoltre che Terni ha la più alta percentuale di tumori del centro Italia”. A sorpresa, è contrario anche Pignalberi, candidato di destra: “Mi pare evidente che per giustificarne l’uso arriveranno rifiuti da fuori e non va bene”, dice.
La battaglia sull’eolico
Ma anche l’eolico rischia di diventare motivo di scontro. Ad accendere la miccia è Italia Nostra che in una nota si scaglia contro quello che definisce “eolico selvaggio”. Il riferimento è alla legge che obbliga le regioni ad individuare sul territorio aree idonee per l’installazione degli impianti di produzione energetica da fonti rinnova
Attualmente, presso la Commissione di valutazione impatto ambientale del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ci sono procedure di autorizzazione per 7 impianti eolici che riguardano il territorio umbro, per un totale di 70 pale, alte circa 150-200 metri ognuna.
Italia Nostra parla di “inizio dell’invasione che cambierà il paesaggio umbro, senza però aver avuto rassicurazioni dalla politica locale” e chiama in carica le due principali candidate, Proietti e Tesei sul tema, facendo leva sulle proteste che sono nate a Orvieto, Castel Giorgio, Allerona, Nocera Umbra, Trevi, Sellano e Foligno.
“Come intendete tutelare il paesaggio, le comunità locali, le aziende agricole e la silvicoltura dagli effetti che le strutture porteranno? – scrive Italia Nostra – Si rischia di vedere volare via il valore aggiunto del paesaggio e della salubrità ambientale che tanta importanza riveste per il comparto turistico e agricolo”. E citano gli esempi di Sardegna e Toscana, dove i presidenti Todde e Giani si sono espressi contro i progetti in corso.
In attesa di avere chiarimenti dalle due candidate, Italia Nostra ha inviato in questi giorni una richiesta di incontro con il Direttore regionale responsabile del Governo del territorio, ambiente e protezione civile, proprio per sapere a che punto sia la mappatura delle aree idonee e non idonee.