San Giustino, futuro incerto per i 45 lavoratori della Sigit: tutti in cassa integrazione

Sindacati in agitazione contro Sigit a San Giustino: decisione di cassa integrazione a zero ore crea incertezza tra i lavoratori e mette a rischio l’occupazione.

La crisi mondiale del comparto dell’automotive colpisce pesantemente la Sigit di San Giustino, che rischia la chiusura per una sorta di razionalizzazione dei siti produttivi voluti dai soci attuali che hanno altri stabilimenti anche in Piemonte e lasciano senza lavoro 45 dipendenti.

Le organizzazioni sindacali Femca Cisl e Filctem Cgil, insieme alle RSU di Sigit di San Giustino, hanno espresso una forte opposizione alla decisione dell’azienda di applicare la cassa integrazione a zero ore per i dipendenti del settore gomma e plastica.  In una nota rappresentate da Euro Angeli, Jacopo Maccari e Giovanni Amanti unitamente alle Rsu di Sigit, esprimono a tal proposito “una forte preoccupazione perchè la misura, non annunciata mette in discussione il futuro produttivo e occupazionale dello stabilimento umbro, alimentando preoccupazioni sia tra i lavoratori che tra i sindacati.

La decisione, che comporta la sospensione totale delle attività lavorative per un periodo indeterminato, lascia i lavoratori senza garanzie concrete sul proprio futuro, affidandosi unicamente agli ammortizzatori sociali. L’incertezza si è aggravata negli ultimi mesi, quando l’azienda ha trasferito alcuni macchinari e stampi produttivi presso altre sedi, motivando questa scelta con la necessità di bilanciare la produzione a causa della saturazione dello stabilimento di San Giustino. Questo trasferimento ha creato dubbi tra i dipendenti, che temono ulteriori spostamenti di risorse verso altre realtà aziendali, mettendo così a rischio i livelli occupazionali del sito.

Le rappresentanze sindacali sottolineano come la scelta aziendale sia stata presa unilateralmente e senza la presentazione di un piano industriale trasparente, capace di tutelare le professionalità e garantire la sicurezza occupazionale. L’assenza di una strategia a lungo termine e la mancanza di dialogo con i sindacati accentuano l’inquietudine per il destino dello stabilimento e la possibilità che San Giustino venga gradualmente depotenziato.

In risposta alla situazione, Femca Cisl e Filctem Cgil hanno proclamato uno stato di agitazione e avviato un’assemblea permanente dei lavoratori e delle lavoratrici presso il sito. Questa iniziativa, pensata per dare continuità alla protesta, resterà attiva fino all’incontro sindacale programmato per il 15 novembre 2024, nel quale le parti discuteranno delle prospettive per il futuro. Tuttavia, i sindacati hanno dichiarato che l’assemblea permanente proseguirà fino a quando non saranno fornite risposte chiare da parte dell’azienda sulla tenuta dello stabilimento e sulle garanzie per i posti di lavoro.

L’annuncio della cassa integrazione a zero ore rappresenta per i sindacati una decisione preoccupante, con un impatto che va oltre le conseguenze economiche per i dipendenti: l’assenza di prospettive chiare minaccia anche la stabilità sociale della comunità locale, che da anni trova nello stabilimento un riferimento occupazionale importante. Femca Cisl e Filctem Cgil chiedono, quindi, un confronto immediato e costruttivo con Sigit, affinché venga delineato un percorso trasparente che permetta di difendere il futuro dei lavoratori.

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