La crisi dell’automotive affonda il lavoro in Altotevere, Nidil Cgil: “Penalizzati i somministrati”

Le previsioni di Unioncamere e Anpal stimano 8mila assunzioni in Umbria tra novembre e dicembre, ma il Nidil Cgil denuncia la crescente precarietà dei nuovi posti di lavoro e la crisi dell'occupazione nell'industria.

Secondo gli ultimi dati diffusi da Unioncamere e Anpal, in Umbria si prospettano circa 8mila nuove assunzioni tra novembre e dicembre. Nonostante il numero rappresenti un segnale positivo, il Nidil Cgil – attraverso le rappresentanti Vanda Scarpelli e Barbara Silvestrini di Perugia e Terni – ha sottolineato che la maggior parte di questi contratti è precaria. Infatti, il 75% delle posizioni previste sarà di natura temporanea, caratterizzata da una scarsa stabilità lavorativa e da stipendi ridotti. Le sindacaliste avvertono che il quadro occupazionale regionale si regge principalmente sul settore del turismo e dei servizi alla persona, mentre l’industria e i settori della logistica e del trasporto stanno subendo un declino significativo.

Calo dell’occupazione industriale e aumento della flessibilità lavorativa

Scarpelli e Silvestrini hanno evidenziato il continuo calo dell’occupazione nei settori industriali, con una diminuzione preoccupante delle posizioni stabili e ben retribuite. “Uno spostamento del lavoro che si caratterizza per una diversa qualità, sia in termini di salario che di stabilità”, hanno affermato. Inoltre, la crisi del settore automotive in Umbria, che ha visto scioperi e una perdita consistente di posti di lavoro, si riflette in particolar modo nell’Alta Valle del Tevere e in provincia di Terni, aree con un’elevata presenza di lavoratori somministrati. Questo tipo di lavoratori, già precari, sono spesso i primi a essere esclusi dal mercato del lavoro in tempi di crisi, trovandosi senza garanzie o prospettive di reinserimento.

La precarietà dei lavoratori somministrati

Il Nidil Cgil ha evidenziato che sono già centinaia i lavoratori somministrati che hanno perso il lavoro, e a molti di loro non è stato rinnovato il contratto. Questi lavoratori, nonostante abbiano maturato esperienza e professionalità, si ritrovano esclusi dal mercato senza riconoscimenti o possibilità di stabilizzazione. “Questa tipologia di lavoratori e lavoratrici rappresentano un’enorme sacca di flessibilità del lavoro, pronta ad essere sacrificata in una logica di mercato in completa autogestione”, hanno dichiarato Scarpelli e Silvestrini, denunciando come il sistema attuale porti a un aumento della precarietà e della povertà, con molte persone che, dopo anni di esperienza, si ritrovano senza alcuna tutela.

Gli effetti delle politiche governative sulla somministrazione di lavoro

Scarpelli e Silvestrini hanno duramente criticato le politiche governative che, a loro avviso, contribuiscono a incrementare la precarietà e a liberalizzare ulteriormente il lavoro somministrato. Il governo ha infatti ampliato le deroghe e le percentuali di utilizzo di contratti di somministrazione, riducendo le tutele per i lavoratori. “I numeri della somministrazione sono in costante aumento e le scelte politiche del governo vanno nella direzione di liberalizzare ulteriormente il lavoro in somministrazione, allargando deroghe e percentuali, così da rendere ancora più fragili e precari i lavoratori nel nostro Paese”, hanno spiegato le sindacaliste. Questa politica, affermano, non favorisce una redistribuzione della ricchezza, che resta concentrata nelle mani di pochi, a scapito dei lavoratori e delle lavoratrici che sostengono il sistema fiscale.

La richiesta del Nidil Cgil: ridare dignità al lavoro

Per affrontare questa situazione, il Nidil Cgil sostiene la necessità di riconoscere il valore sociale del lavoro stabile e dignitoso, con salari equi e diritti garantiti. Secondo le rappresentanti sindacali, occorre un cambio di rotta che favorisca una maggiore stabilità e combatta la crescente precarizzazione. Scarpelli e Silvestrini concludono sottolineando come la stabilità occupazionale non sia solo una questione economica, ma un elemento fondamentale per la dignità e la sicurezza dei lavoratori. Le loro richieste si concentrano sull’importanza di politiche che restituiscano ai lavoratori diritti e prospettive di lungo periodo, invertendo la tendenza attuale di un mercato del lavoro flessibile e incerto.

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