Durante un incontro a Città di Castello, il ministro della Salute Orazio Schillaci ha ribadito l’importanza della prevenzione e della medicina territoriale per garantire la sostenibilità del sistema sanitario pubblico.
La sanità pubblica deve puntare sulla prevenzione
Il ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha espresso con fermezza l’impegno del governo per sostenere la sanità pubblica in Italia, ma ha evidenziato come il sistema sanitario nazionale non possa reggere senza un cambio di rotta. “A differenza di quello che dicono altri, noi difendiamo la sanità pubblica e non vogliamo smantellare il sistema sanitario nazionale, ma va detto in modo chiaro che nessun sistema universalistico come il nostro potrà reggere a lungo se non investiamo in prevenzione”. Il ministro ha così introdotto la necessità di promuovere azioni preventive per ridurre il peso futuro sulle strutture sanitarie, in modo da garantire che la sanità pubblica continui ad offrire servizi di qualità a tutti i cittadini.
Lunga vita e qualità della vita: un binomio inscindibile
Schillaci ha poi ricordato che l’Italia è attualmente il secondo paese più longevo al mondo dopo il Giappone, come attestano i dati Istat. Tuttavia, l’obiettivo del sistema sanitario deve essere quello di migliorare la qualità della vita, oltre alla durata. “Non possiamo non investire in prevenzione, dobbiamo avere italiani e italiane non solo che vivano di più ma che vivano meglio”, ha sottolineato il ministro, ponendo l’accento sull’importanza di interventi mirati per la salute e il benessere a lungo termine.
Medicina territoriale e digitalizzazione come pilastri del futuro
Altro punto essenziale del discorso è stato il potenziamento della medicina territoriale, sostenuto da processi di digitalizzazione. “L’Umbria su questo è capofila di investimenti con il Pnrr che stanno andando avanti molto bene”, ha osservato Schillaci, lodando gli sforzi della regione Umbria nell’implementazione di tecnologie innovative per migliorare i servizi sanitari locali. La presidente della Regione, Donatella Tesei, ha poi illustrato come la sanità territoriale stia diventando più vicina ai cittadini, anche grazie alla creazione di case e ospedali di comunità. Questo modello di sanità diffusa, che si sviluppa senza ulteriore consumo di suolo, mira a garantire la presenza capillare di strutture sanitarie nelle aree più periferiche.
Autonomia differenziata e sicurezza dei dati sanitari
Il ministro ha quindi affrontato il tema dell’autonomia differenziata, in vigore in sanità dal 2001. “Ci sono regioni che vanno a velocità diverse”, ha ammesso Schillaci, rimarcando che, se gestita adeguatamente, l’autonomia può rappresentare un’opportunità di miglioramento per le regioni meno performanti. Tuttavia, ha anche sottolineato l’importanza di potenziare la sicurezza informatica delle strutture sanitarie, soprattutto in un contesto in cui i dati sanitari hanno assunto un valore economico, rendendoli potenziali obiettivi per i malintenzionati. “Dobbiamo aumentare la sicurezza nei nostri ospedali e presidi sanitari”, ha detto, richiamando l’attenzione sui recenti rapporti dell’Associazione italiana per la sicurezza informatica che mettono in guardia dai rischi legati alla gestione dei dati sanitari.
In conclusione, Schillaci ha ribadito che i dati sanitari costituiscono una risorsa preziosa non solo per il monitoraggio della salute pubblica, ma anche per la previsione di trend epidemiologici e per l’identificazione delle terapie più efficaci per le popolazioni a rischio. “I dati sanitari hanno un valore fondamentale perché da questi si possono avere sviluppi importanti soprattutto per capire l’andamento futuro delle malattie”, ha concluso il ministro, enfatizzando come l’analisi e la protezione dei dati siano alla base delle politiche sanitarie future.