L’Umbria si trova al terzo posto in Italia per l’incidenza di morti sul lavoro in proporzione alla popolazione occupata, con un valore di 38,7 decessi ogni milione di lavoratori. Secondo i dati aggiornati al terzo trimestre del 2023 da Inail, che monitora la sicurezza sui luoghi di lavoro, nel solo periodo gennaio-settembre sono stati 567 i lavoratori deceduti in Italia. Questa cifra allarmante evidenzia una situazione critica in molte regioni, in particolare in Umbria, dove le morti sul lavoro risultano più frequenti rispetto alla media nazionale, che si attesta a 24 decessi per milione di occupati.
La situazione è stata ulteriormente approfondita da Vega Engineering, società specializzata in sicurezza sul lavoro, che ha classificato le regioni italiane in base all’incidenza di infortuni mortali sul lavoro. Nella classifica, l’Umbria è superata solo dalla Valle d’Aosta, con un tasso di 70,4 decessi per milione di occupati e quattro morti complessivi, e dalla Basilicata, con 41,2 decessi e otto morti. Subito dopo l’Umbria si colloca il Trentino Alto Adige, con un’incidenza di 37,4 e 19 morti, mentre altre regioni come Sicilia, Calabria e Campania seguono con valori lievemente inferiori.
L’alto tasso di incidenza in Umbria si riflette anche a livello provinciale. Perugia risulta la sedicesima provincia italiana per pericolosità, registrando undici decessi nei primi nove mesi dell’anno e un’incidenza di 39,5, mentre Terni è al ventunesimo posto con tre decessi e un tasso di 36. Questi numeri pongono le due province umbre ben sopra la media nazionale e le collocano tra le zone più a rischio del Paese.