Il 31 ottobre, i lavoratori della scuola, università e ricerca si sono mobilitati in massa, scendendo in piazza a Perugia e Terni, e in molte altre città italiane, per denunciare le condizioni lavorative precarie e il mancato rinnovo del contratto nazionale. La manifestazione, indetta dalla Flc Cgil, ha visto una vasta partecipazione anche da parte di studenti, dottorandi e rappresentanti universitari, tutti uniti nel richiedere un contratto giusto e una stabilità lavorativa. In Piazza Università a Perugia, davanti al Rettorato, lavoratori e sostenitori del presidio Flc Cgil hanno fatto sentire la propria voce per ottenere condizioni di lavoro più dignitose.
Moira Rosi, esponente della Flc Cgil, ha spiegato che il principale obiettivo dello sciopero è l’avvio della contrattazione per il rinnovo del contratto nazionale, un processo che non è ancora iniziato a causa della mancata emanazione dell’atto di indirizzo. Tra le rivendicazioni, ha aggiunto, c’è anche la richiesta di assunzione di tutto il personale precario che, attualmente, rappresenta circa il 50% dei docenti e il 30% del personale Ata. La Flc Cgil ha inoltre espresso forte opposizione ai tagli di personale previsti per il prossimo anno, pari a 5.660 posti per docenti e 2.174 per il personale Ata, insieme al blocco del turnover nella pubblica amministrazione, che limiterà le sostituzioni al 25% dei pensionamenti nelle università e negli istituti di alta formazione artistico-musicale.
Gli studenti, presenti in piazza per sostenere i lavoratori, hanno lanciato un appello contro i tagli al sistema educativo pubblico. Nicholas Radicchi dell’Unione degli Universitari (Udu) di Perugia ha manifestato la preoccupazione per i fondi ridotti alle università pubbliche, sottolineando che tale misura rischia di compromettere il futuro dell’ateneo e dell’intero sistema universitario. Margherita Boniotti dell’Unione degli Studenti (Uds) Umbria ha ricordato come la scuola debba rimanere un luogo di crescita e formazione, con priorità che garantiscano il benessere e lo sviluppo degli studenti.
Per i dottorandi e ricercatori presenti, tra cui Federica Bruschi dell’Associazione Dottorandi e Dottori di Ricerca (Adi) di Perugia, la questione più urgente resta il precariato diffuso. Bruschi ha spiegato come la condizione dei dottorandi sia caratterizzata da incertezze e mancanza di garanzie, chiedendo al governo di aprirsi a un dialogo costruttivo per riformare il settore e garantire maggiore sicurezza occupazionale.
Alla manifestazione era presente anche il Rettore dell’Università di Perugia, Maurizio Oliviero, che ha espresso solidarietà e preoccupazione per le sorti delle università pubbliche italiane. Oliviero ha sottolineato, in linea con un recente comunicato stampa della Crui, che senza interventi immediati da parte del governo per ripristinare i fondi, le università potrebbero affrontare un serio rischio di collasso, minando la continuità e la qualità dell’istruzione superiore e della ricerca in Italia.