Il profilo Tinder del giovane accusato di aver drogato e violentato una ventenne di Perugia è improvvisamente scomparso, come se fosse stato cancellato poche ore dopo l’episodio denunciato dalla vittima. La ragazza, che aveva accettato di incontrarlo dopo alcuni scambi sull’app di incontri, ha successivamente riportato l’aggressione subita. Questa cancellazione, secondo fonti investigative, è vista come un possibile tentativo di evitare sospetti, interpretata come un segnale di colpevolezza.
La giovane ha raccontato di non ricordare con precisione il volto dell’aggressore, ricordando solo alcuni dettagli e il fatto che parlasse un italiano stentato. L’uomo le avrebbe detto di avere 25 anni, ma gli inquirenti sospettano che possa aver fornito false informazioni. Entrambi i protagonisti dell’incontro utilizzavano pseudonimi sulla piattaforma, rendendo più complesse le ricerche. Al momento, la polizia postale sta esaminando i messaggi scambiati tra i due e le relative informazioni telefoniche, nel tentativo di rintracciare l’auto con cui l’accusato avrebbe riportato la giovane a casa dopo l’evento, descritta come una piccola utilitaria grigia, probabilmente parcheggiata nelle vicinanze del locale in piazza Grimana, dove avevano trascorso la serata di sabato 19 ottobre.
Le autorità stanno conducendo indagini a tappeto per identificare l’uomo, analizzando le registrazioni delle telecamere del traffico della zona di Corso Garibaldi e quelle interne al locale dove è avvenuto l’incontro. Una di queste telecamere, infatti, potrebbe aver registrato immagini utili per l’identificazione del giovane, rivolte verso il bancone e l’ingresso del locale, solitamente molto affollato nei fine settimana. Gli investigatori sperano che le riprese possano fornire indicazioni su un eventuale tentativo di adulterazione del drink della ragazza. Tuttavia, i risultati degli esami tossicologici sulla vittima non sono ancora disponibili e, considerato il tempo trascorso, potrebbe essere complesso stabilirne l’attendibilità.
Il corso Garibaldi non è nuovo a simili episodi: nei pressi dell’Università per Stranieri, la strada è viva di giorno e di notte, animata da locali etnici, ristoranti e bar, e solitamente ben illuminata. Basta però addentrarsi in salita oltre piazza Domenico Lupattelli, e il panorama cambia: le attività commerciali si diradano, l’illuminazione diventa più scarsa e numerosi ponteggi ostacolano la visuale, mentre le auto parcheggiate creano zone d’ombra. Questi vicoli stretti e poco frequentati diventano spesso rifugio per attività illegali e violente. Inoltre, non ci sono telecamere fino a zone molto più elevate, e i rumori del traffico insieme alla musica proveniente dai locali attorno a piazza Grimana coprono eventuali richieste di aiuto, rendendo difficile il rapido intervento in caso di emergenza.