Secondo un’analisi dell’Ufficio Studi della CGIA, la Pubblica Amministrazione italiana rimane tra le più inefficienti in Europa, con processi di autorizzazione lunghi e complessi che rappresentano un vero incubo per imprenditori e cittadini. Il sistema è ancora caratterizzato da una mole di carte e timbri, che crea lunghe code e attese agli sportelli. Inoltre, la PA italiana ha l’abitudine consolidata di richiedere alle imprese documenti già in suo possesso, rallentando ulteriormente i processi amministrativi.
Questa inefficienza comporta un costo annuo di 80 miliardi di euro per le piccole e medie imprese italiane, secondo dati elaborati dall’OCSE. Per le aziende, queste spese burocratiche rappresentano una sorta di “tassa nascosta” che sottrae risorse agli investimenti e rallenta la competitività. Un osservatore esterno farebbe fatica a immaginare una PA che, invece di sostenere, frena lo sviluppo economico del Paese.
Un’indagine OCSE mostra che nelle aree dove laPubblica Amministrazione è più efficiente, come il Nord Italia, anche le aziende sono più produttive. La produttività media è più alta in queste zone, dove l’accesso ai servizi pubblici è semplificato e il sistema giudiziario, sanitario e infrastrutturale funziona meglio. Al contrario, nelle regioni del Sud Italia, l’inefficienza della PA riduce la competitività delle imprese locali, ostacolando la crescita economica. Nella classifica per Comune Terni fa peggio di Perugia: la città è al 48 posto su 106 comuni con un miglioramento di 9 posizioni rispetto al 2009. Perugia ha invece guadagnato 5 posizioni attestandosi al 44.posto
L’Institutional Quality Index evidenzia le differenze di efficienza tra le PA locali: Trento, Trieste e Treviso sono tra le più virtuose, con Trento al primo posto e un indice di qualità elevato. All’opposto, province del Sud come Caltanissetta, Crotone e Vibo Valentia occupano le ultime posizioni. Questo indice, sviluppato dall’Università di Napoli, considera vari fattori tra cui i servizi pubblici, l’attività economica e il livello di corruzione.
Per risolvere le carenze della PA italiana, è essenziale semplificare il quadro normativo e ridurre il numero delle leggi, eliminando la sovrapposizione dei livelli di governo e migliorando i tempi di risposta. Tra le azioni consigliate, la Cgia di Mestre consiglia: riduzione e miglioramento della qualità delle leggi con attenzione agli impatti sulle piccole e medie imprese; monitoraggio periodico delle nuove misure per introdurre eventuali correttivi; consolidamento dell’informatizzazione della PA, per rendere i siti più accessibili e fruibili; interconnessione delle banche dati pubbliche per evitare duplicazioni nelle richieste; adozione della modulistica telematica e completamento della standardizzazione dei moduli; formazione continua per aumentare la professionalità dei dipendenti pubblici.