Violenza domestica, traffico di stupefacenti e reati contro il patrimonio, con particolare inclinazione per i furti negli appartamenti. A tracciare la fotografia criminale, elaborando i dati del periodo giugno 2023-luglio 2024 della Regione è il procuratore generale di Perugia Sergio Sottani, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario.
Detto di una criminalità organizzata che in Regione è silente – con poche infiltrazioni mafiose – e lascia spazio agli stranieri che controllano in gran parte il traffico di droga e detto anche dell’ascesa del il riciclaggio finanziario, anche quello che si verifica con l’impiego di criptovalute, i fari della Procura si concentrano soprattutto sui maltrattamenti in famiglia, atti persecutorie e violenze sessuali.
Un dato purtroppo confermato anche dall’Istat, secondo il quale anche in Umbria aumentano le donne che chiedono aiuto al numero di pubblica utilità antiviolenza e antistalking 1522.
Solo nei primi sei mesi del 2024 sono state ben 276 le chiamate nei primi due trimestri del 2024 nella nostra regione: una cifra record, che fa segnare un aumento del 66 percento rispetto allo stesso periodo del 2023. L’aumento è ancora più marcato se si prendono in considerazione le donne che, alle operatrici, si qualificano espressamente come vittime: ben 104 da Gennaio e Giugno, a fronte delle 61 della prima parte dell’anno precedente, con una crescita del 70 percento.
Relativamente alle vittime, 82 chiamante sono arrivate dal perugino (48 nel 2023, +70,8 percento) e 22 da Terni (erano appena 12 nel 2023, crescita dell’83,3 percento).
Il perugino su questo fronte fa segnare due casi inquietanti: a Umbertide una donna continua ad essere vittima di stalking nonostante il braccialetto elettronico, che non funziona bene. Ne ha parlato l’ultima puntata di Chi l’ha visto: l’ex marito, che la minacciava e la picchiava, staziona ancora col suo furgoncino nelle immediate vicinanze del luogo dove lei lavora. E il dispositivo non suona mai, come ammesso pure dal diretto interessato. L’altra questione- emersa da una ricerca di Irpi Media, un periodico indipendente di giornalismo d’inchiesta- riguarda la scuola di giornalismo di Perugia dove uno dei docenti avrebbe aprostrofato le allieve: “Con quelle gonnelline mi provocate”. Un quadro inquietante che sarebbe comune a tutte le scuole, riconosciute dall’Ordine dei Giornalisti. Sarebbero oltre la metà, su un campione di 250 intervistati, quelli che – ragazzi e ragazze – avrebbero denunciato tentativi di molestie.
Il documento che riguarda la scuola di Ponte Felcino, parla di abbracci non richiesti, carezze, ammiccamenti, mani sulle cosce e inviti a cena da parte di almeno due docenti a più di una studentessa. Casi documentati e segnalati, sui quali la scuola ha aperto un’inchiesta, con l’allontanamento dei coinvolti.